Le tensioni politiche in vista del redde rationem su Iva e Imu non aiutano Piazza Affari che, in una giornata di diffuso nervosismo, ha guadagnato la maglia nera d’Europa. Se infatti Madrid Parigi e Francoforte hanno hanno oscillato per tutta la seduta e hanno finito col chiudere rispettivamente a -0,42, -0,06 e +o,22% influenzate anche dalle tensioni geopolitiche siriane, Milano ha viaggiato su un rosso costante che sul finale si e’ attestato a -2,1% sotto il peso, oltre ai temi internazionali, di tutte le incertezze della situazione interna.
A farne maggiormente le spese, oltre a Mediaset (-6,25% dopo una sospensione per eccesso di ribasso) tutti i titoli finanziari che sono particolarmente legati all’andamento del debito sovrano che ha registrato una crescita dei tassi d’interesse del Btp decennale al 4,37% con notevoli riflessi sul differenziale rispetto agli omologhi tedeschi che invece hanno registrato una netta discesa, per uno spread in salita a 248 punti (241 la chiusura di venerdì 23). E così Fondiaria Sai ha perso il 3,31%, Mps il 3,37%,Unicredit e Intesa rispettivamente il 3,5 e il 3,33 per cento.
Secondo un trader citato dall’agenzia Reuters, l’acuirsi della crisi politica “potrebbe portare lo spread sul Btp attorno ai 300 punti”, con conseguenze negative sul settore bancario che ha un forte peso sull’indice della Borsa milanese. Non mancano, però, voci controcorrente. Come quelle degli analisti di Equita Sim che, anche alla luce dell’andamento positivo dei giorni scorsi, ritengono che i mercati siano in realtà “meno preoccupati della situazione politica di quanto si potesse immaginare, probabilmente scontando un Letta bis“. La sim milanese, dunque, non crede in una netta inversione di rotta delle piazze finanziarie pur non escludendo una breve fase di vendite per prese di profitto.