Il Partito democratico ha sostenuto la decisione delle istituzioni locali di permettere all'impianto di bruciare anche rifiuti provenienti da oltre provincia. Scelta contestata dalle altre forze politiche che hanno contestato apertamente la presa di posizione. Sabato 31 agosto è in programma una manifestazione di protesta
Il terreno è scivoloso per tutte le amministrazioni. Non importa quale sia la casacca. Lo sa bene Pizzarotti, che da oltre un anno combatte, senza successo, contro l’accensione dell’impianto di Ugozzolo. E ora lo sta imparando anche la giunta di Modena, dove poco dopo ferragosto la maggioranza di centrosinistra in comune è andata in frantumi, a causa del potenziamento dell’inceneritore autorizzato da Provincia e Comune e sostenuto dal Pd. Una battaglia combattuta a colpi di comunicati stampa e dichiarazioni poco tenere, regalate in pasto ai social network. Il tutto mentre gli ex-grillini, Sandra Poppi e Vittorio Balestrazzi, raccolgono adesioni per una doppia manifestazione di protesta per le vie della città.
A far scoppiare il caso è stato il via libera, firmato dalla Provincia il 14 agosto, per la trasformazione dell’inceneritore da impianto di smaltimento a impianto di recupero energetico. Una provvedimento che accoglie le richieste della multiutility Hera, e che di fatto cancella i limiti territoriali, aprendo le porte anche a rifiuti solidi urbani, provenienti da fuori provincia. La determina ha fatto insorgere i vendoliani di Sel, poco inclini a digerire la decisione di annullare le frontiere. Per questo pochi giorni dopo hanno diffuso una nota, in cui si parla di “offesa alla comunità” e si chiede a Comune e Provincia un dietrofront sul tema rifiuti. “Si tratta di un’autorizzazione rilasciata senza nessun tipo di confronto e informazione” ha attaccato Gianni Ballista, coordinatore provinciale di Sel. “Anche se siamo sicuri che le autorità politiche della nostra Provincia diranno che si è trattato di un mero fatto tecnico”.
Un braccio di ferro interno alla maggioranza comunale, che rischia di modificare gli equilibri politici e disegnare nuove alleanze a pochi mesi dalle elezioni amministrative del 2014. Quelle che decideranno il successore del sindaco Pd, Giorgio Pighi. Ma non è l’unico fronte aperto. Negli ultimi giorni infatti lo scontro sull’inceneritore si è spostato sulle pagine Facebook, con un durissimo botta e risposta tra il capogruppo Pd in consiglio comunale, Paolo Trande, e Roberto Vezzelli, ex-presidente di Legacoop, oggi nell’orbita dell’associazione ambientalista vicina al centrosinistra, Modena Attiva.
“L’autorizzazione dimostra ancora una volta che sul tema ambientale, e in particolare sul tema dei rifiuti e dell’incenerimento, la logica che vince è quella di Hera e dei suoi piani imprenditoriali decisi sulla testa della comunità locale e con la connivenza silenziosa e succube delle amministrazioni locali e del Pd” scrive Vezzelli sulla sua pagina. Rincarando la dose dopo alcuni giorni, con un post dove si parla di “truppe cammellate” del Pd, “armate di studi epidemiologici e scese in campo per difendere la determina della Provincia”. Questa volta il riferimento è al capogruppo Trande, fin dall’inizio sostenitore della riclassificazione dell’impianto modenese, che replica apostrofando Vezzelli come “uno stalker molesto di Facebook”.
Insomma, la partita tra le diverse anime del centrosinistra locale è aperta. E c’è da scommettere che proprio sul capitolo ambiente si giocherà buona parte della sfida elettorale dell’autunno. Intanto nel fine settimana sono in programma due presidi di protesta, uno davanti al Comune e un altro davanti alla sede della Provincia, organizzati dal gruppo Modena salute ambiente insieme a comitati cittadini, per contestare l’ampliamento dell’impianto deciso alla vigilia di ferragosto.