Il numero di studenti che vorrebbero iscriversi ai corsi universitari di medicina sta aumentando. Quest’anno all’Università Statale di Milano ci saranno, ad affrontare il test di ammissione, il 40% in più rispetto all’anno scorso. Molti di questi riusciranno a far vivere quella onesta volontà di essere medici. Quella onesta volontà di applicare agli altri metodi scientifici studiati, sperimentati ed applicati al solo fine del bene comune come giureranno nel momento della laurea.
Negli stessi giorni ritorna alla ribalta, come su un palcoscenico, la medicina “illusionistica”. Fatta del niente. Fatta di parole. La comunicazione in questi anni ha favorito molto quei politici come B. che spesso non avevano nulla da dire ma sapendolo dire bene hanno “abbagliato” molti cittadini con magie illusionistiche. Il dire quel che si vuol sentirsi dire è vincente.
Questo modello deve essere stato studiato bene dal signor Vannoni. Ma con una differenza. I cittadini che hanno votato B, l’hanno scelto e deciso. Quelli che si affidano a Vannoni non hanno scelto e deciso di essere malati. Devono essere tutelati. Occorre sapere esattamente cosa inietta, come e perché. Non il nulla. Cosa spieghiamo a quei giovani studenti di medicina? Spieghiamo che un premio Nobel per la medicina è nulla rispetto al signor comunicatore stile B., che usa anche le televisioni di B. per rendere “famoso” un metodo che non ha nessun fondamento? Gli spieghiamo che non occorre studiare ma basta comunicare per mettere in stallo Ministeri, Commissioni, Consigli dei Ministri, Magistrati tutti dipendenti della comunicazione studiata ad arte? Chi lo spiega ai pazienti? Chi lo spiega a chi mette in mano la propria vita?
La storia del metodo Stamina ha radici lontane ma mai chiare. Possibile che la comunità scientifica italiana ed internazionale sia tutta allineata a volere il male del paziente? Possibile che nessuno consideri quantomeno discutibili “prepatati inquinati e senza proprietà biologiche clinicamente significative”? Ma dove sono quei magistrati tanto accaniti con B.? Forse solo loro possono riuscire a mettere chiarezza. A meno che, anche per questo, B. ha privilegi assoluti e proteggere malati in balia di persone senza scrupolo alcuno sia considerata una perdita di tempo.
Chiedo ancora una volta a Vannoni, ed alla Direzione Sanitaria degli Ospedali di Brescia, di invitarmi da medico a vedere. Andrò senza preavviso per alcune volte da settembre a dicembre, se mi sarà concesso, senza avvocati, commissioni, aziende farmaceutiche o altro. Magari con due o tre studenti di medicina che passeranno il test a Milano fra pochi giorni. Riuscirà a dimostrarci che è la sua medicina quella utile? Riuscirà a spiegare che il suo giornalismo scientifico fatto di comunicazione che mette nella stessa bottiglia il volto di piccoli pazienti sofferenti con il corpo di ragazze fa bene alla medicina?
Ho timore che le domande rimarranno senza risposta allora mi auguro che voglia, signor Vannoni, querelarmi così finalmente porterà il suo metodo in tribunale, davanti a magistrati che dovranno occuparsene. Io mi prendo il coraggio delle mie azioni per il bene dei pazienti, lei?