Non solo Osvaldo, Verratti o Del Piero: l'attaccante lombardo, che con i suoi gol ha qualificato la Steaua Bucarest alla fase a gironi di Coppa, guida la folta schiera dei calciatori nostrani costretti a lasciare l'Italia per trovare un ingaggio, seppur in campionati senza appeal
“E’ un sogno a occhi aperti che si sta realizzando. Non me lo aspettavo fino a sei mesi fa, ogni ragazzo e ogni calciatore vede queste partite in tv e sogna di arrivarci”. Parola di Federico Piovaccari, che con i suoi gol nei preliminari, uno nella partita di andata e uno ieri sera al ritorno, ha permesso allo Steaua Bucarest di superare il Legia Varsavia e qualificarsi per la fase a giorni della Champions League. Perché all’ombra dei giocatori espatriati nei grandi campionati europei dove il calcio è nato (Osvaldo, Borini e Giaccherini in Premier League) o dove i petroldollari creano nuove potenze (Verratti e Sirigu al PSG in Ligue 1) c’è uno stuolo di onesti professionisti del pallone che, costretti a emigrare fuori dai confini, riescono a ritagliarsi ruoli di tutto rispetto. Di questi cervelli in fuga del calcio, Piovaccari può essere preso ad esempio.
Dotato di buona tecnica e fiuto del gol, il quasi trentenne attaccante lombardo si fa notare con la Primavera dell’Inter prima di essere mandato a farsi le ossa in prestito nei campionati minori, fino a che non esplode nuovamente in Serie B con il Cittadella nella stagione 2010-11, quando vince la classifica cannonieri con 23 gol in 39 partite. L’anno dopo è acquistato dalla Sampdoria, me nemmeno i blucerchiati credono in lui e ricomincia la giostra dei prestiti in serie cadetta fino allo scorso gennaio, in cui passa al Grosseto. Con i toscani sono 7 gol in 17 partite, conditi da tre errori dal dischetto su tre calciati: un ottimo bottino, rigori a parte, che nuovamente non è ritenuto sufficiente per guadagnarsi un posto al sole della Serie A.
I blucerchiati infatti, pur non avendo in rosa attaccanti di categoria superiore, al di là del giovane Gabbiadini e del brasiliano Eder, in estate lo cedono alla Steaua: ex meraviglia del calcio continentale capace di vincere una Coppa Campioni nel 1986 e di allevare campioni come Hagi e Lacatus. A Bucarest Piovaccari si trasforma in “bello di notte” (da Boniek, che segnava sempre nelle notti delle coppe europee). E oltre a 2 gol in 2 partite di campionato, ne mette a segno 3 nelle 6 dei preliminari, permettendo allo Steaua di qualificarsi. “Real Madrid, Barcellona, Bayern, Chelsea, United, una la incontreremo e affrontare queste squadre sarà bellissimo, un vero sogno – dice Piovaccari al sito tuttomercatoweb – Sei mesi fa ho visto la finale in tv, trovarsi oggi a giocare con loro è meraviglioso, e deve dare speranze a tutti quelli che vogliono arrivare”.
Simile la storia di Graziano Pellé, un altro che con la Serie A non è mai riuscito ad avere feeling e che ha finalmente trovato se stesso in Olanda: dopo quattro stagioni al Az Alkmaar, dove con il santone Van Gaal in panchina vince un titolo da protagonista, da due anni è al Feynoord, dove la scorsa stagione è arrivato terzo con 29 gol in 33 partite e quest’anno ha esordito alla prima di campionato con una tripletta. Poi c’è chi è andato ancora più lontano. Oltre ai soliti noti, la pattuglia canadese Nesta, Di Vaio e Ferrari, l’australiano Del Piero e i russi Criscito e Bocchetti, da segnalare altri ‘piedi in fuga’: Raffaele Quinteri a Miami dopo essere stato idolo in Indonesia; gli esotici Davide Cortina nel Loyola Meralco Sparks di Manila, Filippine, e l’italo-tedesco Giovanni Speranza che dal Monza è arrivato in Vietnam; infine l’ex del Napoli Massimiliano Ammendola, che dopo Grecia e Bulgaria è volato in Paraguay al Sol de America e la settimana scorsa ha segnato all’esordio contro il Nacional Assuncion. Sulla scia di Piovaccari, dove buon calcio non mente.