Durante la loro adolescenza ho provato a spiegare ai miei figli che la musica è anche, e soprattutto, ascolto.
Ero, e sono, turbata dall’assoluta preminenza del video e delle immagini, ormai un prodotto indissolubile nella musica, tutta, anche quella meno commerciale. Da circa un ventennio non c’è canzone, dall’easy listening alla musica più d’elite, che non sia accompagnata da un video: fenomeno interessante dal punto di vista antropologico, esso segna un passaggio generazionale epocale anche a livello cognitivo.
Mentre prima era l’udito il senso preminente nell’ascolto della musica e del suono in generale, ora è la vista il senso principale e onnipotente, e questo primato indubbiamente muta e modifica in modo profondo l’ascolto. Nella sua straordinaria carrellata di notizie, informazioni e ricerche la studiosa Diane Ackerman ha raccolto in Storia naturale dei sensi la meravigliosa, e ancora in parte sconosciuta, alchimia che compone il sinfonico convivere dei cinque sensi nel corpo umano prima della rivoluzione tecnologica.
Dovranno passare ancora molti anni per verificare se, e come, siano cambiate la percezione e l’interazione della sensorialità con l’avvento di quello che da più parti viene chiamato il ‘sesto senso’ ovvero la rete, ma di piuttosto chiaro c’è che le generazioni più giovani scelgono e ascoltano la musica più sulla base dello stimolo visivo che di quello uditivo.
E, ovviamente, è più facile sedurre e indurre la scelta e il consumo di una musica se questa è presentata con immagini erotiche. Ma c’è differenza tra erotismo e pornografia, e il discrimine più forte è che alla base della pornografia c’è il mercato e il consumo della sessualità come prodotto svincolato dalle relazioni.
I video musicali proposti sono raramente erotici, più spesso sono al limite della pornografia, che per sua natura è appunto commerciale, molto spesso violenta, altrettanto spesso e maggioritariamente sessista, fallica, etero orientata, misogina, ossessivamente centrata sulla penetrazione e sulla sottomissione femminile.
Due recenti prove di questa noiosa e davvero poco fantasiosa visione della sessualità e della musica sono state offerte prima dal video di Thicke (contro il quale si è levata la voice del dj Moby, che l’ha definita pura misoginia e del quale il gruppo burlesque di Seattle Mod Carousel ha fatto una divertente parodia) e poi dalla lunga e noiosa performance di Miley Cyrus agli Mtv Music Awards, non a caso accompagnata dallo stesso Thicke.
Ottimo sistema, per la giovane ex star dei programmi disneyani, di mutare rapidamente immagine e pubblico, ma quello che maggiormente è rilevante è che il tasso di cattivo gusto, sessismo e insistente rappresentazione del corpo femminile come un oggetto da penetrare in vari modi è stata la costante della manifestazione, che si rivolge al pubblico più giovane.
Non ci sono automatismi meccanici, però non è casuale se il tasso di violenza verbale sessista tra le giovani generazioni è in costante aumento, fino a diventare il linguaggio predominante nelle relazione tra i generi: dire ad una ragazza troia, puttana, definirla fica (la parte per il tutto) per descriverla è quasi la normalità, una normalità trasversale.
Ma sono solo parole, si dirà: solo immagini di pezzi di carne arrendevole, disponibile, felice di stare al servizio del desiderio maschile. Il tutto sembra inoffensivo, in fondo se si è maggiorenni si può fare e disfare di sé ciò che si vuole.
Però, se si va a guardare quali sono i risultati dell’educazione ai comportamenti quotidiani che queste immagini di costante umiliazione e sottomissione delle donne e delle ragazze propagandano, forse si dovrebbe essere meno superficiali e più preoccupati: sono frequenti, in particolare sui social network, i gruppi ‘divertenti’ nei quali si dà per scontato che le donne siano buchi da riempire senza valore, come le giovani donne che pullulano nei video musicali più visti. Ecco, tra le tante, la risposta (ampiamente condivisa e apprezzata) in un gruppo italiano su facebook ad un lettore che si ‘lamenta’ della eccessiva propensione della fidanzata alla fellatio: ”sii felice, almeno in quei dieci minuti tiene la bocca chiusa”.
Ce ne sono a centinaia, tutti su questo registro, tranquillamente leggibili, con decine di migliaia di persone iscritte.
Difficile non fare una correlazione tra le immagini dei video, i modelli che propongono e le ricadute, non certo pacifiche, nel vissuto reale delle relazioni.