Il governo festeggia la cancellazione bipartisan dell’Imu, le larghe intese riacquistano equilibrio, ma l’Europa si preoccupa. E fissa dei paletti (le coperture economiche), pur sottolineando di “fidarsi dei leader politici italiani”. “L’Italia mantenga la stabilità dei conti” è la sintesi del messaggio con cui Olli Rehn, commissario europeo all’economia, ha commentato l’approvazione in consiglio dei ministri dell’addio alla tassa sulla prima casa. L’Europa, infatti, chiede chiarimenti su quali misure verranno adottate precisamente per compensare la cancellazione della tassa sugli immobili. Tradotto: l’Ue vuole sapere da dove il governo prenderà i soldi. Il commissario per gli affari economici ha infatti affermato che “in termini di finanza pubblica, l’Italia negli ultimi due anni ha fatto molto per stabilizzare la situazione, e adesso è essenziale che i traguardi raggiunti vengano mantenuti e venga assicurata la sostenibilità finanziaria del Paese”. Insomma, la Ue sta “analizzando” i provvedimenti varati dal governo italiano e chiede di sapere quali interventi saranno messi a garanzia del mancato gettito. Anche se Rehn ha aggiunto di “fidarsi dei leader politici italiani e della loro volontà di garantire la stabilità politica ed economica”. E con l’introduzione della Service Tax, la fiducia di Rehn sarà blindata. Dal fronte interno, però, critiche velenosissime arrivano anche dall’ex premier Mario Monti: “Non siamo obbligati a sostenere Letta in eterno”, dice l’ex rettore della Bocconi, secondo cui Letta “ha preferito rassicurare la sopravvivenza del governo con questa resa” sull’Imu; continuo a sperare che l’esecutivo duri, ma mi auguro che abbia “spina dorsale” e non sia “smidollato e in balia delle pressione dell’uno e dell’altra parte”.
Per parte sua il presidente del Consiglio ostenta ottimismo. “Le risposte di ieri sono risposte importanti su Cig, esodati e lavoratori in difficoltà su mutui casa”, ma sono una “prima risposta” e “sono molto fiducioso nel fatto che la sessione autunnale, questo maggiore respiro che oggi possiamo avere e questo orizzonte più lungo che ci dà la possibilità di guardare più lontano” ci permetterà di “costruire una legge di stabilità con dei pilastri basati sulle riforme strutturali e sulla crescita”. Dopo il bagno di entusiasmo di ieri, il presidente del Consiglio Enrico Letta torna sul futuro del governo dai microfoni di Radio Anch’io e si dice fiducioso. A cominciare dalla prossima settimana, quando si svolgerà un nuovo consiglio dei ministri per varare “una serie di norme funzionali ad un inizio dell’anno scolastico con dei segnali di speranza in più per il mondo della scuola. Il mondo della scuola – ha aggiunto – ha pagato duramente la crisi, i tagli degli anni scorsi, vogliamo dare un segnale di attenzione e di speranza, perché da una scuola che funziona dipende il futuro del nostro Paese e dei nostri figli”.
Ora che, come detto ieri “il governo non ha più scadenza”, il presidente del Consiglio punta al pacchetto completo di riforme volute dal Quirinale. “La parte riforme istituzionali e costituzionali, a partire della legge elettorale, nell’agenda dell’autunno è sicuramente uno dei temi prioritari”, ha detto Letta. “La settimana prossima – ha ricordato – è importante, perché in Parlamento, alla Camera, verrà affrontato il secondo passaggio della riforma costituzionale, tema fondamentale, perché uno dei problemi italiani sono le istituzioni che non riescono a decidere. Settembre è un mese cruciale, perché alla Camera è stata data la procedura d’urgenza sulla legge elettorale. Io insisto sempre, il ‘Porcellum ‘ è uno dei guai principali del nostro Paese, dal primo settembre è possibile questa accelerazione, credo che dobbiamo assolutamente cogliere questo obiettivo”.
Né l’imminente passaggio della giunta sulla decadenza di Silvio Berlusconi sembra preoccupare le larghe intese, rinsaldate dall’abolizione della tanto vituperata – dal Pdl – tassa sugli immobili. “Ho sempre detto che non temevo” che la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi potesse incidere sulle sorti del governo “e non temo a maggior ragione adesso che ci sia un’influenza sulla vita del governo, perché gli italiani hanno bisogno di governo, di risposte, di concretezza nelle risposte, quindi credo che ci sia bisogno di muoversi su questa strada – ha detto Letta – quello che abbiamo fatto ieri fa parte di questa filosofia della concretezza delle risposte”. Nel merito della questione, il presidente del Consiglio si è limitato a ripetere che si tratta di “una decisione che riguarda la Giunta del Senato che si occupa di queste cose, ho sempre separato le due questioni e continuerò a farlo anche adesso”.