Cronaca

Saronno, arrestato l’assassino della gioielliera uccisa il 3 agosto

Svolta nelle indagini sull'omicidio di Maria Angela Granomelli. Un 40enne, disoccupato, è stato riconosciuto da un cittadino nelle immagini diffuse dalla procura. E portato in caserma ha confessato: "Non volevo uccidere, ho perso la testa nel corso di una rapina"

Svolta nelle indagini sull’omicidio di Maria Angela Granomelli, uccisa il 3 agosto nella sua gioielleria nel centro della città, a Saronno (Varese). Secondo quanto si è appreso un uomo, fermato ieri sera, ha confessato nella notte. 

E’ stato fermato a Bollate (Milano) il 42enne ritenuto responsabile dell’assassinio. L’uomo, secondo i primi particolari che emergono dalla vicenda, è stato individuato grazie alla testimonianza di un cittadino, che si è presentato alla caserma dei carabinieri di Bollate dicendo di avere visto un uomo che assomigliava alle immagini dell’assassino riprese dal circuito di videosorveglianza diffuse dagli inquirenti. La Procura di Busto Arsizio, infatti, aveva deciso lo scorso 9 agosto di diffondere i fotogrammi dell’assassino, tratti dalle telecamere della gioielleria.

I militari sono subito intervenuti per fare le verifiche, individuandolo in casa della convivente, nel cui appartamento si trovava temporaneamente (risiede in provincia di Varese). Portato in caserma, dopo un serrato interrogatorio, condotto dal pm che coordina le indagini, Nadia Calcaterra, e dagli uomini del Nucleo investigativo di Varese, l’uomo ha confessato sia le sue responsabilità sia il movente. Ed è stato posto in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario. Si tratta di uno “sbandato” di circa 42 anni, originario della Puglia, disoccupato con piccoli precedenti penali che non conosceva affatto la gioielliera, e che da giovane aveva fatto l’ausiliario dei carabinieri. Avrebbe anche confermato di aver colpito selvaggiamente la donna quando ha tentato di reagire alla sottrazione di alcuni gioielli.

Nella lunga confessione il 40enne ha fatto anche un tentativo di discolparsi: “Non volevo uccidere“, avrebbe detto, confermando che in quel negozio era entrato “solo per fare una rapina” e che però alla fine avrebbe “perso la testa”. Le sue dichiarazioni, ovviamente, saranno ora vagliate dagli investigatori dell’Arma, che stanno cercando ulteriori riscontri, ma che avrebbero già avuto un decisivo conforto dal confronto delle impronte digitali trovate sul luogo dell’ omicidio con quelle dell’indiziato.

La donna, 62 anni, era stata aggredita e uccisa a calci e pugni in un raptus di violenza dall’uomo, entrato nella gioielleria di Saronno, lo scorso 3 agosto, come un semplice cliente.