Un tempo si chiamava Festa dell’Unità, poi è diventata Festa Democratica e oggi, a Martignana, frazione di Montespertoli (Firenze), il tradizionale evento estivo del centro sinistra si chiamerà semplicemente “Festa di fine estate”. Dal 2 al 18 settembre come di consuetudine si starà insieme, i circa 40 volontari che per anni hanno lavorato alla risuscita della festa continueranno a farlo ma questa estate le bandiere del Partito Democratico non saranno esposte, rimarranno nel magazzino.
Come spiega Nino Fasulo, presidente del circolo Arci di Martignana e organizzatore della festa, non si tratta di un abbandono del partito o di un cambio di casacca: “Non abbiamo intenzione di passare al Pdl o tantomeno di bruciare le bandiere del Pd. Il nostro cuore è rimasto a sinistra ma abbiamo deciso di dare un segnale al partito. E’ una provocazione per far capire quanto sia grande la nostra delusione verso le ultime decisioni prese dal Partito Democratico: dall’accordo con il Popolo della libertà per la creazione del governo Letta al “tradimento” di quei 101 parlamentari che non hanno sostenuto Prodi nella votazione per la presidenza della Repubblica.”
Non una rivolta, ma la volontà di lanciare un messaggio: “I dirigenti del Partito Democratico devono ricominciare a dialogare con la base e con i volontari che ogni anno lavorano alla festa – continua Fasulo – alle prossime elezioni voteremo Pd anche se si stava meglio prima delle larghe intese. Ben vengano le nuove idee, ma fare il governo con Berlusconi no, non lo accettiamo”
A non voler stare sotto il cappello della Festa Democratica c’è anche chi, come Giorgio Rossi, ha organizzato la festa dal 1978 fino a due anni fa: “Qui c’è gente che da 37 anni lavora per la festa e ora siamo delusi dall’essere rappresentati da un partito in cui ci rivediamo solo in parte. Non si può fare una campagna elettorale contro la destra e poi fare un governo con il Pdl, facendosi dettare le condizioni. Mi manca molto la festa dell’Unità – continua Rossi – oggi non c’è più quell’entusiasmo, quella speranza di raggiungere degli obbiettivi di miglioramento ed equità per tutti. Quella voglia di stare insieme oggi non esiste più”.
“La scelta presa a Martignana va intesa come un ulteriore segnale di forte disagio della base – spiega Ivan Ferrucci, segretario regionale del Pd – questa estate ho partecipato a circa cinquanta feste del partito Democratico ed ho constatato in prima persona che pur non essendoci segnali di negatività il disagio c’è e credo vada ascoltato”.
Niente Festa Democratica anche se il consueto incontro con la giunta comunale ci sarà: “Le motivazioni degli organizzatori sono largamente diffuse e condivisibili – afferma Giulio Mangani, sindaco di Montespertoli (Partito Democratico) – la mancata elezione di Prodi certamente non rende più facile la militanza in questo partito. Non condivido il gesto di chiamare la festa con un altro nome, capisco la necessità di dare uno scossone ma forse bisognerebbe lavorare per un miglioramento invece che polemizzare. Ho apprezzato invece vedere che sui manifesti che pubblicizzano l’evento il simbolo del Partito Democratico è rimasto e lunedì prossimo come tutti gli anni sarò lì per l’incontro tra giunta e cittadini”.