Arriva dal Consiglio di Stato egiziano l’ultimo affondo contro i Fratelli Musulmani. Al ministero della giustizia egiziano è stata inoltrata la richiesta di eliminare le norme che consentono l’associazione della confraternita: in sostanza, si tratta di una condanna all’illegalità. Lo stesso Consiglio di Stato si è pronunciato anche per la chiusura del quartier generale dei Fratelli Musulmani a Mokkatan.
La sorte della confraternita dipende da un processo in corso in cui l’ex parlamentare Hamdi el Fakhrani ha chiesto la cancellazione dell’iscrizione dei Fratelli musulmani dall’elenco delle organizzazioni non governative. L’udienza è stata aggiornata al 12 novembre. Anche il premier del governo provvisorio, Hazem Beblawi, ha messo sul tavolo dell’esecutivo la proposta di scioglimento, e tra le norme costituzionali che verranno sottoposte a referendum, dopo l’esame del comitato dei 50 creato ieri, è contemplata l’ipotesi di inserire il bando a partiti politici che si ispirino alla religione.
La repressione nei confronti del movimento prosegue anche sul piano degli arresti. A un posto di blocco nei pressi di Fayoum, a cento chilometri a sud del Cairo, 33 esponenti della confraternita sono stati fermati per avere violato il coprifuoco. Gli arrestati erano in possesso di grandi quantità di munizioni e di denaro. Altre sei persone sono invece state fermate durante i blitz delle forze di sicurezza nelle case di attivisti dei Fratelli Musulmani e del Partito di Libertà e Giustizia.
La Fratellanza aveva già operato in clandestinità per decenni prima di essere riabilitata da Hosni Mubarak nel 1984. Il timore di un ritorno all’illegalità mobilita la base del movimento: per domani si profila una giornata ad altissima tensione. L’alleanza dei movimenti che sostengono Morsi, capeggiata dai Fratelli Musulmani, ha annunciato che saranno lanciate in tutto l’Egitto numerose manifestazioni dallo slogan “Il golpe è terrorismo”.
La richiesta del Consiglio di Stato è l’ultimo capitolo del braccio di ferro tra il governo e i Fratelli Musulmani, innescato dalla deposizione del presidente Mohamed Morsi lo scorso 3 luglio. Negli scontri tra forze di sicurezza e attivisti pro Morsi, la Fratellanza ha denunciato che sarebbero morti oltre 4500 manifestanti. Mohamed Badie, guida spirituale della confraternita, è stato arrestato il 19 agosto ed è stato colpito da infarto in carcere. Domenica la Procura egiziana ha annunciato che Morsi sarà processato insieme ad altri 14 membri della Fratellanza per istigazione all’omicidio.