In un'intervista esclusiva al quotidiano francese Le Figaro, il presidente siriano respinge nuovamente le accuse di utilizzo di armi chimiche ("E' illogico") e minaccia: "L'intera regione è una polveriera. Al primo sparo il mondo perderà il controllo e l'estremismo si diffonderà ovunque"
“Il rischio di una guerra estesa al di fuori dai confini siriani esiste”. A dichiararlo è proprio il capo di Stato siriano, Basher al Assad, che in un’intervista esclusiva al quotidiano francese Le Figaro spiega il suo punto di vista sulla crisi in atto in Medioriente. E avalla i timori espressi di recente dal ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, e poi dal Vaticano, su una possibile “deflagrazione mondiale” di un intervento contro Damasco.
“Il Medioriente è una polveriera – spiega Assad -, e il fuoco oggi vi sta avvicinando. Non bisogna parlare soltanto della risposta siriana, ma di quello che potrà succedere dopo il primo sparo. Nessuno può sapere cosa succederà. Tutto il mondo perderà il controllo, quando questa polveriera esploderà. Il caos e l’estremismo si diffonderanno ovunque. Esiste il rischio di una guerra in tutta la regione”.
Dalla sua Damasco, il presidente siriano respinge anche per l’ennesima volta tutte le accuse di utilizzo di armi chimiche illegali che sono state lanciate contro il regime nelle ultime settimane. Alla richiesta di dimostrare che il 21 agosto non siano stati utilizzati gas tossici nell’attacco nella regione di Ghouta, Assad replica che è chi accusa a dover fornire le prove: “Obama e Hollande non ne sono capaci. Non voglio dire se l’armata siriana possegga o meno queste armi. Supponiamo anche che il nostro esercito sia in possesso e utilizzi armi di distruzione di massa: è mai possibile che lo faccia in una zona dove si trovano i suoi stessi soldati? Le accuse che ci vengono rivolte sono del tutto illogiche“, afferma Assad.
Nel finale dell’estratto dell’intervista (che sarà pubblicata domani sull’edizione cartacea nella sua versione integrale), Assad passa a minacciare direttamente Parigi: “Chiunque contribuisca a finanziare e rafforzare il terrorismo (parola con cui Assad è solito designare le forze ribelli, ndr) è nemico del popolo siriano. Il popolo francese non è nostro nemico, ma i suoi politici sì. E fino a quando i politici saranno ostili al popolo siriano, lo Stato francese sarà nostro nemico. E ci saranno ripercussioni negative sugli interessi della Francia”, conclude Assad.