La famiglia reale spagnola torna al centro dell’attenzione. E stavolta è il re Juan Carlos ad essere chiamato direttamente in causa. La procura anticorruzione ha accertato ingenti trasferimenti di denaro da un suo conto corrente a un deposito bancario congiunto intestato alla figlia Cristina e al genero Iaki Urdangarin. L’agenzia tributaria ha quantificato il flusso di denaro, risalente al 2004, in una cifra compresa tra 600mila e 1,2 milioni di euro. L’infanta avrebbe dichiarato la somma come prestito e pagato le imposte dovute, ma la Procura sta accertando se le entrate provengano da conti all’estero. La notizia è stata data dall’edizione online de El Mundo.
Il nuovo scandalo è legato al caso Noos, la fondazione per la promozione di eventi sportivi, ufficialmente senza scopo di lucro, presieduta da Iaki Urdangarin, che avrebbe drenato ingenti fondi pubblici. Il giudice istruttore dell’inchiesta, José Castro, del Tribunale di Palma, ha aperto di recente un filone di indagine ipotizzando il riciclaggio di capitali e reati fiscali contro la secondogenita di Juan Carlos – l’infanta Cristina – per cui sta indagando su conti e depositi bancari a suo nome o congiunti col marito, che finora non erano stati investigati.
Nell’ambito dell’inchiesta Noos, la stessa procura anticorruzione ha chiesto l’imputazione dell’ex presidente della Comunità Valenciana, Francisco Camps, e del sindaco di Valencia, Rita Barberà. I due esponenti del Pp, secondo l’accusa, intervennero nelle trattative per l’appalto all’Istituto Noos per l’organizzazione dell’evento Valencia Summit e dei cosiddetti Giochi Europei, che non si sono mai svolti, ma per i quali le amministrazioni pubbliche pagarono 382.000 euro.