Ritirata strategica di Yahoo dalla Cina. Il motore di ricerca americano chiude i servizi di news e community nella Repubblica popolare, dopo che nelle settimane scorse aveva già rinunciato alla posta elettronica. La home page di Yahoo China reindirizza a un sito controllato dal colosso dell’e-commerce Alibaba. La notizia arriva il giorno prima della presentazione del nuovo logo dell’azienda.
L’arrivo di Marissa Meyer, amministratore delegato proveniente dalla rivale Google, ha portato grandi cambiamenti all’interno di Yahoo. Un recente successo del motore di ricerca è stato il sorpasso, nel mese di luglio, proprio ai danni dei concorrenti di Google nel numero di visitatori unici sul mercato americano: 196,6 milioni contro 192,3. Meyer aveva già strappato alla sua vecchia azienda i manager Henrique de Castro e Bernando Hernandez. Ma il fiore all’occhiello nella campagna acquisti della gestione Meyer è quello della piattaforma Tumblr per 1,1 miliardi di dollari. La prossima novità, attesa nella giornata di mercoledì, è la presentazione del nuovo logo, che però manterrà un forte legame con quello attuale: non si perderanno la lettera Y, il punto esclamativo e il colore viola.
L’ultima mossa è stata la rinuncia al mercato cinese. La notizia non era certo inaspettata: già nel 2012 l’azienda aveva concordato con Alibaba Group, piattaforma di e-commerce che gestisce le pagine online di Yahoo China, di porre fine al servizio e procedere all’assorbimento del personale da parte dell’azienda partner. L’ufficialità è arrivata con la comparsa di un messaggio sulla home page di Yahoo China con cui lo staff si congeda e ringrazia gli utenti. Il motore di ricerca americano al momento controlla ancora il 24% di Alibaba e le sue quote, che nel 2005 erano al 40%, oggi sono stimate in circa 14 miliardi di dollari. Con tutta probabilità, questo valore tenderà a salire, permettendo a Yahoo di incassare una cifra considerevole quando i cinesi cercheranno di riacquistare azioni. La dirigenza di Yahoo deve avere valutato, nella decisione di ritirarsi dalla Cina, i problemi legati alla pesante invadenza del governo di Pechino e alla spietata la concorrenza di soggetti emergenti come Baidu e Tencent.