L'ex segretario: "Non possiamo solo organizzare tifoserie e plebisciti senza contenuti. La sinistra non è un abbellimento della destra, ma ha una sua autonomia, una sua visione". Dal sindaco invece si sentono "concetti mutuati dagli anni Ottanta: merito, opportunità. Va bene, ma c'è anche l'uguaglianza"
“L’operazione Franceschini-Renzi non mi convince, non ha contenuti”. Lo ha detto Pierluigi Bersani parlando alla Festa Democratica nazionale in riferimento all’endorsement del ministro per i Rapporti con il Parlamento a sostegno del sindaco di Firenze che corre per la guida del partito. L’arrivo sul paco di Bersani alla festa di Genova era stato accolto da una standing ovation. “Non possiamo solo organizzare tifoserie e plebisciti senza contenuti” ha aggiunto Bersani. “Io ritengo – continua – che il Pd sia un partito con un’ispirazione di sinistra democratica… che ci volete fare?”. Da qui la poca convinzione per la candidatura di Renzi. “Io sento di dover dire: attenzione che la sinistra non è un abbellimento della destra ma ha una sua autonomia, una sua visione” mentre da Renzi si “sentono alcuni concetti a volte un po’ troppo mutuati dagli anni Ottanta: merito, opportunità… va bene, alla grande, ma se non c’è anche il concetto di uguaglianza quelle due parole lì sono due imbrogli. La sinistra – conclude – non è una componente, è il lievito del Pd”. Ad ogni modo, per quanto riguarda la corsa del congresso, “Fioroni ha fatto una curva sovietica sul candidato unico ma ce ne sono 4-5, e che si verifichi una maggioranza ed un minoranza o anche più minoranze, è tutta salute”.
Durante l’intervista Bersani ha parlato anche di governo. Partendo dal rapporto con il Pdl. “Se il Pdl ritiene di non poter esistere senza il suo leader – dice l’ex leader democratico – ci procurerà dei traumi, anche sui mercati e sul fronte dell’instabilità e tra due mesi si troveranno con lo stesso problema. Non pensino solo a Berlusconi devono pensare anche all’Italia un momentino”. Il Pd comunque voterà per la decadenza e se il Pdl staccherà la spina buttando la questione, tutta sua, sul Paese, in questa malaugurata ipotesi la palla passa al presidente della Repubblica e al Parlamento che va messo alla ricerca di soluzioni che, almeno, consentano di fare la legge di stabilità e un progetto di legge elettorale”. Poi un passaggio sul finanziamento pubblico ai partiti: “Se lo aboliamo, poi ci tocca trovare un miliardario di sinistra e non ne conosco”.