Maurizio Décina, uno dei Commissari dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni si è appena dimesso per “gravi motivazioni esclusivamente di carattere personale e familiare”.
E’ un peccato perché il Prof. Decina, come ha immediatamente sottolineato il Presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, manifestando rammarico per la decisione, ha sin qui rappresentato un prezioso riferimento in termini di competenza ed esperienza per l’intera Autorità.
Il Prof. Décina, peraltro, lascia l’Autorità in un momento straordinariamente delicato giacché, nelle prossime settimane, l’Autorità, chiusa la consultazione pubblica lanciata alla viglia dell’estate e ricevuto – se così sarà – il via libera dalle istituzioni europee procederà alla messa a punto ed al varo del nuovo regolamento sul diritto d’autore online destinato ad avere un enorme impatto sulle dinamiche di circolazione dei contenuti nello spazio pubblico telematico.
E’ evidente che l’Autorità non può procedere lungo un cammino tanto delicato e complesso priva di uno dei suoi membri ed è per questo che, a questo punto, è urgente che la Camera dei Deputati dalla quale il 6 giugno 2012 Maurizio Decina era stato eletto Commissario, proceda a ritmo serrato all’avvio della procedura per la nomina del nuovo Commissario.
E’ però necessario che la Presidenza della Camera dei Deputati alla quale – sebbene nel rispetto di una legge sfortunatamente ambigua e poco chiara – tocca il compito di organizzare e gestire la procedura di nomina dei membri dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, questa volta, vi provveda nella maniera più trasparente possibile, mettendo al riparo la procedura dal rischio – sfortunatamente elevato – che la nomina cada vittima delle solite lottizzazioni partitiche.
All’Autorità Garante delle Comunicazioni – sempre ed in un momento come questo più di sempre – serve un nuovo membro che oltre ad un contributo di competenza ed esperienza, garantisca reale indipendenza da ogni genere di potere politico ed economico. Assegnazione delle frequenze, scorporo della Rete Telecom, nuova disciplina sul diritto d’autore online e, probabilmente molto presto, par condicio elettorale sono solo alcuni dei temi democraticamente sensibili dei quali l’Agcome si troverà ad occuparsi nei mesi che verranno.
Questioni troppo importanti per lasciare che la nuova nomina resti affidata alla claudicante procedura semi-trasparente – e, peraltro, non rispettata – alla quale sono rimaste affidate le precedenti nomine.
Una procedura che, vale la pena ricordarlo, ha consentito – a prescindere da ogni valutazione di merito sui membri eletti – alle segreterie di partito di imporre, ancora una volta, il solito manuale Cencelli con la conseguente lottizzazione delle poltrone e con Commissari designati dai Partiti e nominati in pectore prima ancora che Camera e Senato votassero.
Questa volta l’auspicio – ma sarebbe il caso di parlare di insuperabile esigenza di legalità e trasparenza – è che non vada così.
La Presidenza della Camera dei Deputati ha la possibilità di dimostrare che qualcosa può cambiare persino in Italia.
Sarebbe sufficiente fissare un termine per la presentazione – auspicabilmente online – da parte di chiunque fosse interessato a divenire Commissario, della propria candidatura accompagnata da relativo curriculum e dichiarazione di assenza di qualsivoglia condizione di conflitto di interessi e preoccuparsi, entro un altro termine sufficiente antecedente alla data della votazione in aula, di mettere a disposizione dei Deputati tutte le candidature ricevute e i relativi curricula.
Naturalmente, poi, sarebbe indispensabile che i Deputati diano prova di serietà, indipendenza ed obiettività selezionando il candidato da eleggere sulla base delle informazioni acquisiste e non delle indicazioni ricevute – via pizzino o via sms – dalle segreterie di partito.
Quanto al resto, sarebbe sufficiente, leggersi il Regolamento che – ad esempio nel Regno Unito – sovrintende alla nomina di tutte le cariche pubbliche e farne tesoro.
Riusciremo ad assistere, per una volta, ad una procedura di nomina trasparente ed obiettiva o saremo condannati a raccontare dell’ennesimo episodio dell’italica saga di nominopoli?