Bozza di accordo con un gruppo sud coreano per la vendita della società controllata dal gruppo italiano della Difesa. Un'operazione che darebbe sollievo ai conti in difficoltà dell'azienda di Stato
“Nulla è stato ancora deciso circa la cessione di Ansaldo Energia alla sudcoreana Doosan Heavy Industries: si tratta di un’opzione che è presa in considerazione ma ce ne sono anche altre sul tavolo e nulla è stato ancora definito”. Fonti del governo hanno così cercato di gettare acqua sul fuoco delle indiscrezioni lanciate dall’agenzia inglese Reuters circa l’imminente dismissione della società controllata da Finmeccanica.
Parlare di un accordo tra l’indebidato gruppo pubblico della difesa e i sudcoreani di Doosan Heavy Industries, quindi, sarebbe in realtà “molto prematuro” ed è “ancora presto per trarre conclusioni”. Questo sul fronte dell’azionista statale, mentre i diretti interessati, i vertici di Finmeccanica, si sono trincerati dietro un secco no comment salvo poi comunicare, in tarda serata, che “al momento, nell’ambito delle trattative in corso, non sono stati raggiunti accordi vincolanti in merito alla cessione”.
Di certo, insomma, c’è solo che “il governo sta lavorando a un piano di valorizzazione e riordino di Finmeccanica, ma nulla è stato ancora deciso”, come riporta l’Adnkronos. Da parte del “management di Finmeccanica è in corso una valutazione sul modo migliore di valorizzare Ansaldo Energia”, viene fatto notare, e se quella di Doosan Heavy Industries è considerata “una opzione, ce ne sono anche altre”.
Del resto la cessione di controllate a soggetti imprenditoriali stranieri ha una notevole valenza politica, per di più proprio mentre il presidente del consiglio Enrico Letta continua a parlare di piano privatizzazioni per fare cassa e ridurre il debito pubblico. E Finmeccanica, che ha chiuso il semestre con un rosso di 62 milioni, un calo del 19% degli ordini a 6,22 miliardi e un indebitamento finanziario netto salito di oltre un miliardo in 6 mesi a 4,92 miliardi, rappresenta senza dubbio un problema sia per il premier che per il ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, cui fa direttamente capo la partecipazione di maggioranza della società.
“L’opzione” sudcoreana, in ogni caso, secondo Reuters prevederebbe la cessione della maggioranza di Ansaldo Energia sulla base di un enterprise value stimato tra 1,2 e 1,4 miliardi di euro. In base alla bozza di accordo citata dall’agenzia, una quota di minoranza rimarrebbe in mano a Finmeccanica o a un altro soggetto nazionale, quale il Fondo Strategico Italiano (Fsi) della Cassa depositi e prestiti, secondo la più classica formula delle partite di giro all’italiana.
L’operazione, in ogni caso, sempra interessante per Finmeccanica, dal momento che la notizia ha fatto volare il titolo in Borsa (+3,58% a 4,04 euro la chiusura dopo un picco a 4,18 euro) per di più in una giornata negativa per piazza Affari. Andamento sicuramente agevolato dalla notizia, uscita in mattinata, che la stessa Ansaldo Energia si è aggiudicata una commessa da 440 milioni in Sud Africa. Si tratta di un contratto per la realizzazione “chiavi in mano” di due centrali a ciclo aperto per la produzione di energia elettrica. Inoltre Ansaldo fornirà opere civili per entrambi i siti, trasporto, erection e commissioning della relativa quota parte di fornitura per un valore totale di circa 280 milioni di euro.