Alla fine degli ulteriori 6 mesi di cassa integrazione concessi per riorganizzare la fabbrica torinese, il Lingotto sarà costretto a utilizzare nuovi ammortizzatori sociali almeno per una parte dei lavoratori. Come avvenuto in Campania, altri 24 mesi pagati dallo Stato
Un miliardo di euro per Mirafiori in vista della produzione del suv Maserati. Parola (e promessa) dell’ad Fiat Sergio Marchionne al termine dell’incontro con i sindacati a Roma, dal quale, come ormai da consuetudine, è stata esclusa la Fiom. “Sono quasi tre anni che Marchionne promette questo investimento. Per adesso abbiamo avuto solo cassa integrazione”: a sfogarsi è Lino La Mendola, il responsabile della V lega Fiom-Cgil di Torino. “Alle carrozzerie Mirafiori dovrebbero lavorare 5600 persone – continua il sindacalista – 800 di questi sono in fabbrica 3 giorni al mese per la produzione della Mito, altri 500 sono in prestito alle Officine Maserati di Grugliasco (stabilimento alle porte di Torino), per oltre 4000 invece c’è la cassa integrazione a zero ore”. Il 30 settembre scade la cig ed era atteso per questi giorni un annuncio sul futuro dello stabilimento. Tempi tecnici: la richiesta per una nuova procedura di cassa integrazione deve essere presentata almeno 25 giorni prima della scadenza.
L’ad della Fiat, tuttavia, non lascia ombra di dubbio: l’azienda “darà inizio immediatamente al piano di investimenti necessario ad assicurare il futuro produttivo ed occupazionale dello stabilimento di Mirafiori”. Intanto chiede altri 6 mesi di cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione. E saranno gli ultimi, perché alla scadenza bisognerebbe chiedere la cassa in deroga, che dovrebbe pagare la Regione. Possibilità impraticabile per le casse della giunta Cota, che a oggi sostiene già la spese di oltre 30mila cassintegrati. Buona parte di questi lavorava nell’indotto Fiat, ovvero in ditte piccole e medie che si sono svuotate con la drastica riduzione delle commesse del Lingotto.
Fino a prima della crisi Mirafiori produceva oltre 170mila autovetture all’anno; oggi invece dalle catene di montaggio escono appena 20mila Alfa Romeo Mito, una macchina non più ‘giovanissima’ e che, anche con un restiling, dovrà essere sostituita nei prossimi anni. Come detto, secondo i piani di Marchionne a Torino sarà costruito il nuovo suv della Maserati, con i primi esemplari che saranno messi sul mercato a inizio 2015. A seguire, invece, dovrebbe essere la volta di una seconda vettura, ma sui tempi non c’è nessun tipo di chiarezza. La scelta di portare a Mirafiori la Maserati rafforza l’idea del “polo del lusso” che il Lingotto sta tentando d’instaurare a Torino e provincia, con una serie di stabilimenti che svilupperanno e produrranno auto di alta gamma. Ma i dubbi rimangono. Come potranno una o due modelli di nicchia dare lavoro a oltre 5mila operai? “Per avere tutti i lavoratori attivi Mirafiori deve produrre almeno 100mila vetture – spiega Lino La Mendola – Questo vuol dire che il suv Maserati dovrebbe non solo essere il più venduto nel suo segmento, ma proprio l’unico sul mercato”.
A conti fatti, quindi, sembra inevitabile che alla fine di questi ulteriori 6 mesi di cassa per riorganizzazione, il Lingotto sarà costretto a utilizzare nuovi ammortizzatori sociali, almeno per una parte dei lavoratori. Se per esempio si usasse la formula Pomigliano, aprendo una nuova azienda quest’ultima potrebbe prendere in gestione gli impianti, obbligare i lavoratori a firmare contratti diversi da quelli in essere e chiedere immediatamente la cassa integrazione per ristrutturazione. Altri 24 mesi pagati dallo Stato. Per molti operai tutto ciò basterebbe a raggiungere l’anzianità per andare pensione; altri invece vivrebbero per altri 2 anni con salari ridotti e senza produrre nulla.