Girando per mercati esteri, riempio la sempre presente borsa della spesa con grande divertimento di cose che normalmente non compro o non trovo, ritrovandomi per piacere e mestiere, non visto, e solo in ristrettissimi ambiti familiari, a muovermi nelle altrui cucine o con cautela sulle nostre classicità. Sono così intervenuto, in quest’estate di totale e meritato riposo, su delle bracioline di maiale, su delle zuppe, come sulla toscanissima panzanella. Ma di questo vi parlerò nei prossimi post.
Oggi vi voglio confessare che nell’ultimo giorno di vacanza, nel desiderio di non sprecare niente senza dunque lasciare avanzi, mi sono azzardato, ripulendo il frigorifero e la dispensa, a fare una semplicissima insalata che, senza volermi lodare, ma solo per piacere di condivisione, mi ha stupito per bontà e svenevole sapore.
Due compatte scarole, lavate e tagliuzzate fra l’uno e i due centimetri, a cui ho aggiunto un saporosissimo avocado e un mango, entrambi spezzettati, condendo il tutto con quattro cucchiaini di un aceto rosso e con un buonissimo olio extra (Capezzana), un nonniente di sale, pepe, più un primo cucchiaio da cucina di semi di papavero blu e un secondo di salvifici semi di Chia.
Quest’ultima, assorbendo tutte le umidità, ha espresso subito la sua straordinaria gelatinosità, che a sua volta si è composta alchemizzandosi di tutti i sapori presenti, fasciando tutto questo ben di Dio con piacevolissima vischiosità. Mi sono fatto entusiastici complimenti per l’idea, appresa da altri, del mango. Ma più che altro per la Chia che, con raggiunta morbidezza, entra sempre di più a far parte, senza abusi, della mia personalissima dieta. Ne consumo pressappoco trenta grammi al giorno aggiungendola a yogurt, spremute, minestre, e ora anche a insalate.