Viaggio tra gli orrori culinari durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara”, su Radio24. Protagonisti: Giuseppe Cruciani e Beppe Bigazzi, ex direttore delle relazioni estere dell’ENI e gastronomo, in procinto di tornare dopo tre anni al noto contenitore quotidiano di Rai Uno, “La prova del cuoco”. Ed è proprio dal suo contestato allontanamento dalla trasmissione che comincia la dissertazione dei due “gourmet” sulle tradizioni mangerecce antiche e attuali. Bigazzi rievoca le motivazioni per le quali fu sospesa la sua collaborazione con la “La prova del cuoco”: “In trasmissione ricordai che nel giorno del Berlingaccio (festa che si celebra a Firenze nel giovedì grasso, ndr) c’è un proverbio che dice: ‘Per Berlingaccio chi non ha ciccia ammazzi il gatto’. La presentatrice mi chiese se avevo mangiato carne di gatto e io risposi di sì. Negli anni ‘30” – continua – “quando ero bambino, in campagna si mangiava carne di gatto. Era buona, come tutte le cose che cucinava la mia mamma”. Il conduttore de “La Zanzara” approfitta per contestare la protesta degli animalisti su quelle dichiarazioni e la decisione di allontanare Bigazzi da “La prova del cuoco”. E a sorpresa rivela: “Io una volta ho mangiato un cane. Ero in Corea per un servizio giornalistico, andai in un mercato e c’erano dappertutto cani appesi. E la carne di cane era molto dolce”. “Io ho mangiato di molto peggio per lavoro” – confessa Bigazzi – “Quando fu firmato il contratto col governo cinese, ci fu un pranzo ufficiale. Mangiavamo la zuppa di tartaruga e il ministro cinese mangiò la testa di una tartaruga. Sul piatto mi piovvero dieci teste di tartaruga e fui costretto a mangiarle con tutti i loro ossicini”. E aggiunge polemicamente: “Perché in Italia si mangia il coniglio? Bisogna voler bene a tutti gli animali. Gli Inglesi quando ci vedono mangiare conigli si rivoltano”
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