“Fondatore di Forza Italia, già più volte presidente del Consiglio, attuale capo del Pdl, ha cambiato il destino dell’Italia lasciando un segno indelebile nella storia della nostra Nazione”. Sono queste le motivazioni con un consigliere comunale di Varese lo scorso 3 settembre ha chiesto di conferire la cittadinanza onoraria a Silvio Berlusconi. Un’iniziativa che arriva in tempi sospetti, tanto che il consigliere azzurro Piero Galparoli, autore della richiesta, ha sentito la necessità di precisare che “l’iniziativa è del tutto svincolata dalle questioni giudiziarie di Berlusconi”. Lo stesso Galparoli già un anno fa aveva fatto affiggere in città un enorme manifesto con la scritta “Torna Silvio” con il vecchio simbolo di Forza Italia.
Il consiglio comunale varesino, capoluogo di provincia guidato da una giunta Lega-Pdl, dovrà votare la mozione in una delle prossime sedute, ma la polemica è già esplosa. I primi ad alzare la voce sono stati i dirigenti locali di Sel che hanno promesso battaglia affinché la mozione non venga approvata. Gli esponenti di Sinistra e libertà hanno inoltre ricordato il recente episodio legato a un’altra cittadinanza imbarazzante, quella che il consiglio comunale ha scelto di non revocare a Benito Mussolini: “Quando il centrodestra a Varese ha confermato la cittadinanza onoraria a Mussolini abbiamo capito che non ha saputo fare i conti con la storia – si legge nel comunicato della direzione provinciale. Quale città tedesca l’avrebbe confermata a Hitler? Nessuna. Adesso abbiamo la proposta di dare la cittadinanza a un condannato in via definitiva a quattro anni per frode fiscale. Quale località americana lo farebbe? Nessuna”.
E qualche imbarazzo la proposta di Piero Galparoli lo sta creando anche all’interno del centrodestra. La coordinatrice provinciale azzurra del Pdl ed europarlamentare Lara Comi cerca di liquidare la vicenda spiegando che “Galparoli ci sorprende sempre” e puntualizzando che “si tratta di una sua iniziativa personale”. Insomma, per la Comi il partito non è stato coinvolto ufficialmente, anche perché “avrebbe avuto più senso proporla a Saronno, sempre in provincia di Varese, dove il Cavaliere ha vissuto per un periodo durante la sua infanzia e dove è nato suo padre”.
Più diretto il segretario cittadino della Lega nord Marco Pinti: “Sono assolutamente contrario perché nel bene o nel male l’era Berlusconi deve finire. Oggi la sua presenza in campo riporta il dibattito indietro agli anni ’90 o addirittura agli anni ’80. La situazione però non è più quella di allora. Le cose non si risolvono con un sorriso e con l’ottimismo, siamo nelle macerie e vivere con la testa rivolta al passato non aiuta certo ad andare avanti”.