Quarantasei persone all’inizio. Cinquanta o poco più alla fine, dopo un paio di ore di dibattito: è tutto quel quel resta di Mirabello, della Festa Tricolore, di Futuro e Libertà, della visione di Gianfranco Fini. Briciole. Ma per capire cosa è accaduto in soli tre anni, non basta solo contare (in questo caso è una pratica veloce), è necessario guardare gli occhi tristi, arresi dei partecipanti e ricordare come erano nel 2010, quando l’allora presidente della Camera venne in questa provincia ferrarese per gridare: “Basta con Berlusconi, dobbiamo recuperare la nostra identità, sarà una traversata nel deserto, lo so, ma poi…”. Ma poi niente.[brightcove]650042711001[/brightcove]
Eppure quelle frasi erano state accompagnate da ovazioni, boati, applausi scanditi, crescenti. “Me lo ricordo – racconta Roberto Menia, ex parlamentare di Fli – Momenti bellissimi, aveva risvegliato il nostro orgoglio, aveva intercettato anche quel clima di anti-politica poi confluita in Grillo. Ci abbiamo creduto, eravamo convinti e invece è andata male. Errori? Uno in particolare: Fini doveva dimettersi da presidente della Camera, non si possono chiedere sacrifici agli altri e poi tirarsi indietro. Bisogna dare l’esempio, più volte ho provato a parlarci, inutile. Da lì tutto si è sgretolato, fino alla situazione odierna”. Deserto, appunto. Con poche certezze: gli stand sono sempre gli stessi, dall’oggettistica ai prodotti tipici, i cappelletti una religione, le salsicce troppo da festa dell’Unità, meglio le bistecche; il patron Vittorio Lodi, come ogni anno, ringrazia e saluta, ricorda come tutto è nato romanticamente trentadue anni fa. Applausi per Giorgio Almirante. Per il resto manca il clamore, nessun riflettore, nessuna attesa, la presenza delle forze dell’ordine si riduce a una volante in assetto da caffè, una domanda ricorrente tra i presenti: ma viene Fini? “L’ho sentito, forse farà un salto per trovare i vecchi amici, giusto per sedersi a tavola con noi, per salutarci”, prova a rassicurare lo stesso Lodi. In realtà l’ex leader di Fli è ancora al mare all’Argentario impegnato in lunghe sedute subacquee facilitate dall’alta pressione, “difficile che ci rinunci” svela una persona a lui molto vicina. Non solo “ha anche un’esclusiva con Rcs – continua l’amico – per l’uscita del suo libro a ottobre, quindi non può parlare in pubblico, specialmente nei luoghi dove ci sono i giornalisti, altrimenti rischia di rovinare il lancio delle sue fatiche”. Questione di priorità. In compenso potrebbe arrivare Gianni Alemanno, sicuramente Adolfo Urso, Ignazio La Russa non ci pensa proprio “certo, teme i fischi, così come quell’altro amico suo. Chi? Gasparri, il socio di tante stupidaggini”, spiega un militante.
Enzo Raisi, altro finiano di ferro, preferisce restare nella sua casa spagnola, non ha voglia di incontrare ex colleghi, ex amici, ex camerati un tempo recente banditi da Mirabello. L’unico parlamentare eletto della “banda”, Benedetto Della Vedova, non è molto amato, lo considerano uno bravo a risolvere solo i suoi problemi “mentre noi, qui, dobbiamo capire come possiamo unire le nove sigle che fanno capo alla destra – spiega Enrico Brandani, politico ferrarese – Qual è il collante? Non lo so, in molti pensano ad Alemanno, ma dopo quello che ha dichiarato su Berlusconi e il salvacondotto, la vedo difficile, è fuori dal nostro percorso”. “Mi scusi, lei sa quando arriva Fini?” No signora, mi dispiace, quasi sicuramente non viene. “Ah, peccato, tanto un bravo ragazzo”. Ha più di sessant’anni. “Per me resta quel giovanotto al fianco di Almirante, solo lui ci può guidare”. Ancora? “E chi altro? Mi faccia un nome…”. Difficile. Nel frattempo arriva Francesco Proietti, per anni vicino, vicinissimo all’ex presidente della Camera, anche lui ex parlamentare, ora è pronto a lanciarsi in una nuova avventura come rivela Claudia Terracina sul Messaggero : aprire una spaghetteria a Roma. Eppure ancora dal palco spiega come “la gente non ha capito chi eravamo, se di destra o di sinistra” e che “su Berlusconi è più grave la questione delle evasione che la storia di Ruby”. Nessun applauso per lui. “Cosa faccio ora che non sono parlamentare? Mi occupo di agricoltura – racconta Menia – ma la politica mi manca, così ogni settimana vado a Roma per capire come possiamo ripartire. Sì, è un po’ una droga, non posso farne a meno”. Finisce il dibattito. Sul palco sale un complesso. Si suona. “Io vagabondo che sono io, vagabondo che non sono altro, soldi in tasca non ne ho…”. Silenzio. “Io con Fli ci ho rimesso cinquantamila euro, e come me anche gli altri” racconta Menia.
di Alessandro Ferrucci e Giulia Zaccariello da il Fatto Quotidiano del 05/09/2013
Emilia Romagna
Mirabello, il triste ritorno della destra senza Fini: “Ci abbiamo creduto, è andata male”
L'annuale Festa Tricolore in provincia di Ferrara raduna pochi sostenitori. Il progetto si è sfaldato nel giro di tre anni. L'ex parlamentare Menia: "Ci abbiamo creduto e invece è andata male". Pochi gli ospiti: non pervenuto Enzo Raisi e probabilmente anche l'ex vicepresidente della Camera e fondatore del partito darà forfait
Quarantasei persone all’inizio. Cinquanta o poco più alla fine, dopo un paio di ore di dibattito: è tutto quel quel resta di Mirabello, della Festa Tricolore, di Futuro e Libertà, della visione di Gianfranco Fini. Briciole. Ma per capire cosa è accaduto in soli tre anni, non basta solo contare (in questo caso è una pratica veloce), è necessario guardare gli occhi tristi, arresi dei partecipanti e ricordare come erano nel 2010, quando l’allora presidente della Camera venne in questa provincia ferrarese per gridare: “Basta con Berlusconi, dobbiamo recuperare la nostra identità, sarà una traversata nel deserto, lo so, ma poi…”. Ma poi niente.[brightcove]650042711001[/brightcove]
Eppure quelle frasi erano state accompagnate da ovazioni, boati, applausi scanditi, crescenti. “Me lo ricordo – racconta Roberto Menia, ex parlamentare di Fli – Momenti bellissimi, aveva risvegliato il nostro orgoglio, aveva intercettato anche quel clima di anti-politica poi confluita in Grillo. Ci abbiamo creduto, eravamo convinti e invece è andata male. Errori? Uno in particolare: Fini doveva dimettersi da presidente della Camera, non si possono chiedere sacrifici agli altri e poi tirarsi indietro. Bisogna dare l’esempio, più volte ho provato a parlarci, inutile. Da lì tutto si è sgretolato, fino alla situazione odierna”. Deserto, appunto. Con poche certezze: gli stand sono sempre gli stessi, dall’oggettistica ai prodotti tipici, i cappelletti una religione, le salsicce troppo da festa dell’Unità, meglio le bistecche; il patron Vittorio Lodi, come ogni anno, ringrazia e saluta, ricorda come tutto è nato romanticamente trentadue anni fa. Applausi per Giorgio Almirante. Per il resto manca il clamore, nessun riflettore, nessuna attesa, la presenza delle forze dell’ordine si riduce a una volante in assetto da caffè, una domanda ricorrente tra i presenti: ma viene Fini? “L’ho sentito, forse farà un salto per trovare i vecchi amici, giusto per sedersi a tavola con noi, per salutarci”, prova a rassicurare lo stesso Lodi. In realtà l’ex leader di Fli è ancora al mare all’Argentario impegnato in lunghe sedute subacquee facilitate dall’alta pressione, “difficile che ci rinunci” svela una persona a lui molto vicina. Non solo “ha anche un’esclusiva con Rcs – continua l’amico – per l’uscita del suo libro a ottobre, quindi non può parlare in pubblico, specialmente nei luoghi dove ci sono i giornalisti, altrimenti rischia di rovinare il lancio delle sue fatiche”. Questione di priorità. In compenso potrebbe arrivare Gianni Alemanno, sicuramente Adolfo Urso, Ignazio La Russa non ci pensa proprio “certo, teme i fischi, così come quell’altro amico suo. Chi? Gasparri, il socio di tante stupidaggini”, spiega un militante.
Enzo Raisi, altro finiano di ferro, preferisce restare nella sua casa spagnola, non ha voglia di incontrare ex colleghi, ex amici, ex camerati un tempo recente banditi da Mirabello. L’unico parlamentare eletto della “banda”, Benedetto Della Vedova, non è molto amato, lo considerano uno bravo a risolvere solo i suoi problemi “mentre noi, qui, dobbiamo capire come possiamo unire le nove sigle che fanno capo alla destra – spiega Enrico Brandani, politico ferrarese – Qual è il collante? Non lo so, in molti pensano ad Alemanno, ma dopo quello che ha dichiarato su Berlusconi e il salvacondotto, la vedo difficile, è fuori dal nostro percorso”. “Mi scusi, lei sa quando arriva Fini?” No signora, mi dispiace, quasi sicuramente non viene. “Ah, peccato, tanto un bravo ragazzo”. Ha più di sessant’anni. “Per me resta quel giovanotto al fianco di Almirante, solo lui ci può guidare”. Ancora? “E chi altro? Mi faccia un nome…”. Difficile. Nel frattempo arriva Francesco Proietti, per anni vicino, vicinissimo all’ex presidente della Camera, anche lui ex parlamentare, ora è pronto a lanciarsi in una nuova avventura come rivela Claudia Terracina sul Messaggero : aprire una spaghetteria a Roma. Eppure ancora dal palco spiega come “la gente non ha capito chi eravamo, se di destra o di sinistra” e che “su Berlusconi è più grave la questione delle evasione che la storia di Ruby”. Nessun applauso per lui. “Cosa faccio ora che non sono parlamentare? Mi occupo di agricoltura – racconta Menia – ma la politica mi manca, così ogni settimana vado a Roma per capire come possiamo ripartire. Sì, è un po’ una droga, non posso farne a meno”. Finisce il dibattito. Sul palco sale un complesso. Si suona. “Io vagabondo che sono io, vagabondo che non sono altro, soldi in tasca non ne ho…”. Silenzio. “Io con Fli ci ho rimesso cinquantamila euro, e come me anche gli altri” racconta Menia.
di Alessandro Ferrucci e Giulia Zaccariello da il Fatto Quotidiano del 05/09/2013
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Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Premio Film Impresa è pronto a tornare per il terzo anno consecutivo. La conferenza stampa di presentazione avrà luogo il 17 marzo, alle 11, alla Casa del Cinema di Roma a Villa Borghese. Il Premio - la cui terza edizione si terrà il 9, 10 e 11 aprile sempre alla Casa del Cinema - è un’iniziativa ideata e realizzata da Unindustria con il supporto di Confindustria. Divenuto ormai un vero hub culturale e luogo d’incontro di riferimento, il Premio ha l’obiettivo di valorizzare, esaltare e comunicare i valori dell’impresa e delle persone che vi lavorano. Creatività, visione, coraggio, tradizione, appartenenza al territorio, innovazione e sostenibilità sono i protagonisti dei prodotti audiovisivi, dei cortometraggi e dei mediometraggi candidati che saranno selezionati da una giuria presieduta quest’anno da Caterina Caselli.
Alla conferenza stampa di lancio, che annuncerà i nomi di tutti i componenti della giuria e anche il dettaglio del programma degli eventi del Pfi, prenderanno parte il presidente del Premio Film Impresa Giampaolo Letta, il presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo, il direttore artistico del Premio Mario Sesti e la presidente di Giuria Caterina Caselli.
Parteciperanno inoltre i rappresentanti delle aziende partner, e interverrà anche Lorenza Lei, responsabile Cinema e Audiovisivo della Regione Lazio. La terza edizione del Premio Film Impresa si avvale del patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale e Rai Teche, e della collaborazione di Confindustria, Anica, Una e Fondazione Cinema per Roma. L'iniziativa è realizzata in partnership con Almaviva, Edison Next, Umana e UniCredit, e con il supporto tecnico di Spencer & Lewis, D-Hub Studios, Ega e Tecnoconference Europe. Media partner dell'evento sono Il Messaggero, Prima Comunicazione e Adnkronos.
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano afferma di aver colpito un "centro di comando appartenente alla Jihad islamica palestinese" a Damasco. L'attacco dimostra che Israele "non permetterà che la Siria diventi una minaccia per lo Stato di Israele", ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, aggiungendo che nella lotta "al terrorismo islamico contro Israele, non sarà dispensato né Damasco né altri".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "La politica tende a minimizzare il ruolo dei clan all'interno delle comunità e della capacità che hanno di raccogliere consensi. Quindi c'è una minore consapevolezza in questa direzione. Farsi condizionare significa mettersi a disposizione" dei clan. E' il monito del Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Antonello Cracolici conversando con i giornalisti a Catania dove oggi si è trasferita la Commissione per le audizioni. "La politica se si mette a disposizione - dice - è inevitabilmente subalterna alla criminalità".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "Oltre il 20 per cento dei comuni del catanese sono coinvolti in fatti di infiltrazioni, è un dato di fatto. Comuni sciolti per mafia, o per cui è stato deciso l'accesso. O per il quale verrà chiesto ei prossimi giorni, come a Ramacca". E' il grido d'allarme lanciato dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars, Antonello Cracolici, a margine delle audizioni a Catania. "E' evidente che c'è una condizione sulla quale bisogna guardare con molta preoccupazione quello che sta avvenendo nei territori - dice parlando con i giornalisti-Anche perché la mafia ha cambiato pelle, ha cambiato persino anagrafe".
Il Cairo, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Egitto, Hamas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump secondo cui “nessuno espellerà i palestinesi” dalla Striscia di Gaza, come il presidente americano ha dichiarato ieri alla Casa Bianca, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se il piano di “espellere i palestinesi da Gaza” fosse stato menzionato durante le sue discussioni con il primo ministro irlandese, Michael Martin, in visita a Washington.
L'Egitto "afferma che questa posizione riconosce l'importanza di evitare il peggioramento delle condizioni umanitarie nella regione e la necessità di lavorare per soluzioni giuste e durature per la causa palestinese", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri egiziano.
Da parte sua, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha affermato che "le dichiarazioni di Trump sulla mancata espulsione dei residenti di Gaza sono state ben accolte". E apprezzamento è stato dichiarato anche dall'Olp: "Apprezziamo le dichiarazioni del presidente americano che conferma che gli abitanti della Striscia di Gaza non sono obbligati a lasciare la loro patria", ha scritto su X il segretario generale Hussein al-Sheikh.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anno scorso la Commissione scientifica ed economia del Farmaco dell'Aifa ha riclassificato, dalla diretta alla convenzionata, le gliptine, farmaci antidiabetici di largo utilizzo. È stata fatta questa riclassificazione sulla base di criteri scientifici. È una classe omogenea di farmaci, ci sono evidenze scientifiche, si è fatta un’analisi dell’impatto e a distanza di un anno possiamo dire che l’esperimento comunque ha funzionato. Effettivamente questi farmaci sono farmaci antidiabetici oggi molto utilizzati, sono di largo impiego, hanno un profilo rischio-beneficio estremamente favorevole, ma il fatto che si siano riclassificati ha portato anche a una maggiore aderenza terapeutica". Lo ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò nel suo intervento da remoto oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Il diabete - ha proseguito Nisitcò - è una patologia comunque cronica, che può portare a molte complicanze, quindi favorire l’aderenza, attraverso appunto canali distributivi che vadano verso la prossimità del paziente, è sicuramente una cosa importante. Quindi anche la rivalutazione della farmacia, della farmacia territoriale per raggiungere meglio il paziente, quindi della medicina di prossimità, della sanità di prossimità è sicuramente una cosa importante. Certamente il fatto di aver riclassificato farmaci, da un contenitore già molto sotto pressione a un altro, ci deve dire che sicuramente da un lato possiamo alleggerire quello che è il peso, la pressione del payback farmaceutico, dall’altro però ci sono nuove criticità che dobbiamo tutti insieme affrontare, ad esempio l’impatto sulle Regioni".
L'Aifa "rimane disponibile in tutto questo scenario e noi siamo chiaramente un’istituzione pronta a dialogare con tutti, per far sì che queste disposizioni della Legge di Bilancio abbiano poi la loro finalità, da un lato verso la salute dei pazienti, dall’altro anche verso la sostenibilità del Ssn" ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "I numeri parlano chiaro: 9 ,7 milioni di risparmi per il Ssn, e da maggio a novembre 2024 le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"L'impatto economico del provvedimento è altrettanto significativo -sottolinea Gemmato - La spesa a carico del nostro Ssn è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro". Gemmato sottolinea l'importanza di quella che lui stesso definisce "una riforma gentile" che "consente al cittadino un migliore accesso alle cure e, di conseguenza, una migliore aderenza terapeutica", oltre "ad un risparmio per le casse dello Stato, mi sembra un ottimo risultato".
Sulla possibilità che altre classi di farmaci vengano riclassificate, come è successo per gli antidiabetici, Gemmato non ha dubbi: "Noi contiamo di spostare pezzo per pezzo - spiega - anno per anno, così come la legge prevede, con un monitoraggio di spesa, la maggior quantità possibile di farmaci, ma proprio per andare incontro al cittadino, ridurre il disagio, migliorare la compliance, l'adenza terapeutica". Ci sono alcuni farmaci che "ovviamente richiedono una dispensazione in ambiente protetto e controllato, quale è quell'ospedaliero, e quelli evidentemente non vengono toccati. Per tutta un'altra serie di farmaci, invece, si apre la possibilità dello spostamento e quindi anno per anno, con una logica di medio e di lungo periodo, sposteremo compatibilmente con il bilancio dello Stato, quindi tenendo sempre sotto controllo i conti dello Stato, sposteremo quante più categorie possibili".