"Puntiamo ad aiutare quei settori dell’economia reale che sono il punto di attenzione della Cassa". Così l'amministratore delegato della controllata del Tesoro che gestisce i risparmi postali degli italiani che non entra nel merito del tetto alla liquidità che la Cdp fornirà agli istituti per i mutui non fissato dal governo
“È sbagliato parlare di aiuti alle banche credo sia più corretto di parlare di collaborazione con le banche per aiutare quei settori dell’economia reale che sono il punto di attenzione di Cassa Depositi e Prestiti“. E’ quanto sostiene Giovanni Gorno Tempini, l’amministratore delegato della società controllata dal Tesoro che gestisce i risparmi postali degli italiani a proposito del piano casa voluto dal ministro Maurizio Lupi e inserito d’urgenza nel decreto Imu.
“Noi abbiamo osservato che uno dei settori che possono essere considerati infrastrutture importanti è quello della casa, che ha subito dei pesanti contraccolpi da una situazione congiunturale difficile – ha aggiunto -. Abbiamo pensato di allargare il range di attività della Cassa supportando mutui, quindi l’opportunità comprare la cartolarizzazione dei mutui da un lato e dall’altro creando l’opportunità di avere delle linee di credito per il sistema bancario così come già oggi facciamo per le Pmi, per supportare il settore”.
L’ex direttore generale della Mittel sotto la presidenza del banchiere Giovanni Bazoli, non ha però chiarito la questione non secondaria del tetto alla liquidità che verrà fornita dalla Cdp alle banche per erogare i mutui, nonostante il suo intervento a margine dell’Infrastructure Day 2013 in Borsa a Milano, fosse stato generato proprio da una domanda diretta sul tema.
Il decreto pubblicato in Gazzetta, infatti, non ha fissato alcun limite all’ammontare del denaro che verrà fornito agli istituti. Nella prima bozza del piano casa, invece, era scritto chiaramente che la somma massima a disposizione delle banche per i mutui sarebbe stata definita “annualmente con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze”. La dicitura è però scomparsa nel testo definitivo che non fa alcun riferimento ai limiti della provvista. Tanto meno, quindi, c’è un rimando al valore di 2 miliardi di euro riferito da Lupi all’uscita del Consiglio dei ministri che ha approvato la manovra e che sarebbe solo una stima della stessa Cassa di Franco Bassanini riferita dal governo.
Quel che invece Gorno Tempini ha tenuto a chiarire è che “l’investimento in telecomunicazioni è parte di ciò che Cassa Depositi e Prestiti ritiene importante fare ed è un settore chiave”. Il riferimento è alla rete telecfonica che l’indebitatissima Telecom si appresta a mettere in vendita. “E’ evidente che questo è un momento che vede delle trasformazioni significative, non solo in Italia ma in giro per il mondo”, ha poi precisato notando come Cdp “osserva con grande attenzione ciò che succede augurandosi di poter continuare nei piani di investimento, uno dei quali per altro è Metroweb, e continuerà a fare il proprio lavoro”.