Lo scontro tra i sindacati innescato ormai diversi anni fa dal fallito piano Fabbrica Italia della Fiat e rinfocolato mercoledì dopo l’incontro delle sigle aderenti al contratto Marchionne con l’amministratore delegato del Lingotto, non accenna a placarsi. Anzi. I toni sembrano destinati a salire ancora specialmente dopo un attacco ad alzo zero del segretario generale della Uil, Luigi Angeletti.
”L’azione di Landini è mossa non da obiettivi sindacali, ma da obiettivi politici e non solo da oggi. Per questo, firmare contratti non gli serve, gli serve poter avere un palcoscenico dal quale parlare, perché chi fa politica ha bisogno di palcoscenici dai quali poter mandare messaggi, segnali e quant’altro”, ha detto il leader della Uil ai microfoni di Tgcom24.
“La cosa più sorprendente, tra le tante sciocchezze che hanno detto – ha aggiunto replicando al segretario delle tute blu della Cgil – è stata quella di dire che, con quell’accordo, avremmo cancellato il contratto nazionale di lavoro, che la Fiom non ha firmato, anzi, ha fatto causa contro la Confindustria e contro noi, per chiedere che venisse annullato. Questa è la cifra sulla credibilità di Landini”.
“Landini – ha ricordato il leader della Uil – non solo non ha firmato quel contratto nazionale di lavoro e neanche quello precedente, ma ha fatto addirittura ricorso alla magistratura, per fortuna perdendo, per chiedere che venisse annullato il contratto nazionale di lavoro”.