Uno lo picchiava con “crudeltà” e l’altro guardava senza intervenire. Due finanzieri dell’aeroporto di Fiumicino sono stati sospesi per due mesi dal servizio per aver picchiato un extracomunitario detenuto nella camera di sicurezza dello scalo. La vittima, Abdelhak Halilat, originario dell’Algeria, era stata fermata il 21 agosto scorso mentre stava cercando di accedere all’aeroporto passando attraverso l’ingresso della zona sbarco. Alle 21 dello stesso giorno i militari sono entrati nella stanza con la scusa di dover fare un controllo. Per poi malmenare l’uomo che avevano arrestato. Gli agenti sono finiti sul registro degli indagati della Procura di Civitavecchia con le accuse di abuso di autorità e lesioni personali. Ad inchiodarli è stato un video ripreso dalle telecamere installate all’interno della cella.
Il procuratore di Civitavecchia Gianfranco Amendola e il pm Paolo Calabria erano intenzionati a chiedere l’arresto. Ma andrebbe contro la legge “svuota carceri”, approvata dal Senato l’8 agosto scorso, per cui l’arresto è previsto solo per delitti puniti con 5 anni di reclusione. Così il gip Monica Ciancio ha dovuto limitarsi ad infliggere due mesi di sospensione ai due agenti delle Fiamme gialle. A malmenare l’uomo sarebbe stato in particolare uno dei militari spinto, secondo il giudice, da “motivi del tutto abietti e futili”. Infastidito soprattutto dal fatto che l’uomo fosse riuscito a sfuggire ai militari per poi essere catturato dal personale della Polaria. I due indagati, sottolinea il gip, si sono difesi sostenendo che “l’extracomunitario aveva posto in essere atti di autolesionismo”. Cosa non confermata dai fotogrammi del video che mostrano tutto il contrario. Nella motivazione il giudice sottolinea come “la crudeltà adoperata nei confronti di Ahalilat rappresenti la violazione dei doveri e l’abuso dei doveri inerenti alla funzione dei due finanzieri”.