”Credo che sia improbabile che la troika venga o sia chiamata in Italia”. E’ quanto sostiene l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Enrico Cucchiani, a proposito della situazione economica italiana e, quindi, dell’eventualità che il Paese debba ricorrere agli aiuti internazionali con le conseguenti ispezioni periodiche dei rappresentanti di Commissione europea, Bce e Fmi. In ogni caso l’eventualità secondo l’ex numero uno italiano del colosso assicurativo tedesco Allianz, “di per sè non sarebbe una cosa negativa visto che dove la troika è andata i Paesi hanno migliorato la loro condizione, fatto riforme e dato segnali di cambiamento più forti, più forti di quelli che si vedono in Italia”.
Inclusa, ovviamente, la Grecia, dove secondo un rapporto redatto dalla Gsee, il maggiore sindacato ellenico del settore privato, tre anni di austerità imposti al Paese sono costati, in tagli salariali e aumenti di tasse, 37 miliardi di euro ai lavoratori del settore e spingeranno il tasso di disoccupazione (che a maggio scorso ha toccato il 27,6%) ad un record del 31,5 per cento. Intanto nei supermercati si vendono cibi scaduti a metà prezzo e la sovranità ellenica è ormai ridotta al lumicino, come dimostra il caso dell’ente per le privatizzazioni.
Eppure secondo Cucchiani, che di rapporti tra creditori e debitori dovrebbe intendersene, senza la troika ad Atene “i problemi sarebbero stati maggiori, ci sono stati dei miglioramenti”. “Noi” invece, ha aggiunto, “abbiamo la possibilità di fare tutto da soli, però è meglio che si faccia. Non è una critica al governo Letta, non dimentichiamoci che questo governo rappresenta una coalizione più ampia. Certamente siamo in una situazione di empasse e sarebbe meglio se le forze politiche si impegnassero per le riforme e a far progredire l’economia. Altrimenti siamo in una situazione che ci condanna allo stallo e al delirio”.
In ogni caso il banchiere a capo del primo istituto italiano si chiama fuori dal problema. Per le imprese della Penisola e per il Paese, infatti, “il vero problema non è la mancata o la non disponibilità ad erogare credito, ma i ceppi che ci sono sull’economia che non vengono rimossi”, ha detto dopo che per mesi aveva sostenuto fermamente (smentito dai fatti) che la stretta del credito per Intesa Sanpaolo non esiste. In ogni caso secondo Cucchiani “le banche italiane sono disponibili ad erogare il credito “ma non possono fare assistenzialismo”. Tanto più che “le sofferenze hanno raggiunto livelli mai visti in questo Paese, quindi vuol dire che le banche stanno facendo il loro mestiere”, è stato il ragionamento del banchiere che forse ha dimenticato per un attimo che sono i problemi del passato a farsi sentire pesantemente sul presente, come il caso Zalesky insegna. Per lui, invece, “è l’economia, purtroppo, l’assenza di riforme che bloccano l’andamento dell’economia. Se queste condizioni fossero diverse ci sono tutti i presupposti perchè il credito riprenda”.