Ho chiesto al presidente Berlusconi la possibilità di sfidare Matteo Renzi e di correre come candidato premier alle prossime elezioni politiche“. Lo rivela in esclusiva a Klauscondicio il parlamentare del Pdl, Gianfranco Rotondi. “Ho alzato il ditino per chiedere il volante” – spiega – “Mi voglio dedicare a un filo diretto col Paese nei modi che saranno possibili a un candidato che non ha un euro, che alle spalle non ha poteri forti“. E a Klaus Davi, che gli chiede cosa ne pensa Berlusconi, l’ex ministro risponde: “Gli ho dato la mia disponibilità, la mia è un’innocente pazzia che Berlusconi, nella sua illuminata generosità, potrà considerare come qualcosa che potrà avere dei profili utili per il centrodestra”. Rotondi precisa: “Non mi candido in un’ottica di primarie, alle quali non credo. Sono una rappresentazione post-comunista, una ritualità un po’ sovietica priva del concetto americano di democrazia diretta. Noi, nel bene e nel male” – continua – “siamo il berlusconismo, abbiamo una storia diversa da quella del Pd. Il berlusconismo nasce nel segno del genio e della sregolatezza di Silvio Berlusconi”. L’esponente del Pdl, che si professa “democristiano e berlusconiano”, lancia stoccate poderose al suo partito: “E’ facile che ora molti berlusconiani vadano a riposizionarsi altrove, io invece voglio cadere sul campo nel nome degli ideali di libertà, che sono stati rappresentati in Italia prima dalla Democrazia Cristiana e poi da Silvio Berlusconi. Sono ideali talmente forti che dietro di loro c’è l’Italia vera. Alla politica si risponde con la politica. Da noi” – prosegue – “si cercano candidati sfogliando le Pagine Gialle per trovare l’imprenditore della Provvidenza. C’è chi invoca il gelataio, c’è chi vuole il pastaio, chi teorizza una Forza Italia in franchising”. E ribadisce: “La politica si vince con la politica. Al politico Renzi si contrappone un politico. Ecco perché mi candido. Come diceva Andreotti, “conosco i miei limiti, ma sono consapevole di non essere circondato da giganti”

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