La proposta dell'europarlamentare leghista Mara Bizzotto depositata a Bruxelles a dicembre del 2012 è stata dichiarata ammissibile dalla Commissione di merito. Chiedeva l'abolizione del canone Rai e l'avvio della procedura d''infrazione contro l'Italia. Seguirà l'indagine della Commsione Ue. Viale Mazzini: nel secondo semestre del 2013 un utile di 3,2 milioni di euro
La proposta leghista di abolire il canone Rai incassa un primo “sì” a Bruxelles. Il Parlamento Europeo ha ufficialmente accolto e dichiarato ammissibile la petizione promossa dall’europarlamentare leghista Mara Bizzotto e dal Clirt (Comitato per la Libera Informazione Radio Televisiva) di Marostica (in provincia di Vicenza). Ora la Commissione Ue dovrebbe aprire un’indagine sul tema. La petizione di Bizzotto e Clirt era stata depositata il 7 dicembre 2012 e supportata da migliaia di firme. Chiede non solo l’abolizione del canone, ma anche l’apertura di una procedura d’infrazione comunitaria contro l’Italia per violazione della libera concorrenza. La Commissione Petizioni dell’Europarlamento, presieduta da Erminia Mazzoni (Pdl), ha dato il via libera ufficiale all’ammissibilità delle questioni sollevate. “Si tratta di un risultato storico che premia la nostra battaglia per cancellare la tassa più odiata dagli italiani”, ha commentato la Bizzotto. La parlamentare del Carroccio ha ricordato che “l’anomalia tutta italiana del canone Rai” risale ancora ad un Regio Decreto del 1938.
Nel frattempo l’andamento dei conti di Viale Mazzini nel secondo trimestre del 2013 è positivo. Lo comunica una nota seguita alla riunione del Consiglio di Amministrazione, presieduto da Anna Maria Tarantola. I risultati economico finanziari del primo semestre 2013 anticipati dal direttore generale, Luigi Gubitosi, mostrano un netto miglioramento rispetto all’anno prima. Le cifre snocciolate da Gubitosi dimostrano una perdita di 3,2 milioni di euro a fronte di un risultato negativo, nello stesso periodo dello scorso anno, di 129 milioni di euro. Per l’azienda, il miglioramento è dovuto alle azioni di controllo sui costi. Ma anche all’assenza dei grandi eventi sportivi (Campionati Europei di calcio). Questo nonostante una riduzione dei ricavi complessivi del gruppo di circa 50 milioni di euro rispetto al 2012, dovuto principalmente alla crisi complessiva del mercato pubblicitario.
“In particolare il consuntivo del secondo trimestre 2013 ha fatto segnare un utile netto pari a 3,2 milioni di euro in miglioramento sia rispetto al primo trimestre, nel quale si era registrata una perdita di 6,4 milioni di euro, sia rispetto al secondo semestre del 2012 in cui la perdita fu di 117 milioni di euro”, si legge nella nota. Nel complesso i risultati confermano l’andamento indicato nel piano industriale che prevede per il 2013 un risultato operativo positivo e un pareggio del risultato netto nel 2014. L’indebitamento netto consolidato al 30 giugno è stato pari a 70,3 milioni di euro rispetto ad una posizione di 366,2 milioni di euro al 31 dicembre 2012, in riduzione principalmente per motivi stagionali”, conclude la nota.