Tutto può essere social, anche il cambiamento, in positivo, del mondo. Questa è l’idea alla base di Mandela.is, il primo social network ispirato alla figura di Nelson Mandela, lanciato proprio da due nipoti di Madiba, Ndaba e Kweku. L’obiettivo è quello di connettere il maggior numero di persone possibile che condividano pensieri, frasi e foto per diffondere storie ed esempi positivi che portino all’emulazione e a un effettivo cambiamento. Il tutto attraverso l’esempio di Nelson Mandela, leader indiscusso della lotta all’apartheid in Sudafrica.

“Mio nonno ha sempre sostenuto che ognuno di noi avesse la capacità di fare la differenza. Per questo non ha mai voluto essere messo su un piedistallo, perché ha sempre creduto che ognuno di noi possegga il seme della grandezza. Pensiamo che la sua eredità non appartenga solo alla nostra famiglia, ma al mondo intero”, spiega Ndaba nel messaggio di benvenuto sulla piattaforma. La struttura del social è molto simile alle piattaforme di Facebook e Twitter: la comunicazione avviene attraverso post sui propri profili personali e le discussioni vengono organizzate secondo argomenti diversi con le tag, il tutto sotto il giudizio del like e con la possibilità di essere commentato. E così sotto la tag #inspire possono essere trovate storie e pensieri di persone da cui trarre modello, o segnalare un gesto di generosità attraverso #randomactofkindness. Si può addirittura nominare l’ “eroe di tutti i giorni”, qualcuno che abbia contribuito a diffondere positività all’interno della società e dare la propria definizione di cambiamento sociale.

C’è poi la parte pratica, espressa virtualmente sotto la tag #67pledge, che richiama i 67 anni di “missione pubblica di Mandela”: sotto questo hashtag viene richiesto di riportare un impegno di “67 ore di volontariato, 67 minuti a disposizione di un amico, o 67 atti di generosità. Qualsiasi cosa, insomma – si legge sul sito – che contribuisca a fare di questo mondo un posto migliore”. E le risposte sono molte: c’è chi propone di dedicare il proprio tempo alla comunità, donando vecchi vestiti, o chi si impegna ad aiutare 67 bambini ad essere scolarizzati. O di aiutare 67 persone a caso. Viene data anche la possibilità di entrare in contatto con organizzazioni no profit, che a loro volta sono invitate a documentare la propria attività sul social. La piattaforma, lanciata nel marzo scorso e che conta circa 1000 utenti, è frutto della collaborazione con Backplane, azienda nata per “mettere in contatto persone con gli stessi interessi” e che è anche dietro la “comunità littlemonsters.com di Lady Gaga”. E l’idea di creare una forte comunità virtuale è proprio quella di Mandela.is: “La nostra community – spiega Ndaba – giocherà un ruolo attivo nella creazione del mondo dove tutti speriamo di vivere”.

Al di là delle belle parole, però, non viene esclusa neanche la possibilità di fare qualche profitto. “E’ un business come ogni altro”, rivela Ndaba alla France Presse, specificando subito “che la priorità è creare una piattaforma che sia credibile e utilizzabile. Non si tratta di fare denaro, ma di far capire alle persone chi è Nelson Mandela e restituire la sua figura alla comunità”. E se ci dovessero essere dei guadagni, la maggior parte di questi verrebbero destinati, promettono i fondatori, all’organizzazione no profit Africa Rising Foundation, un progetto che promuove l’immagine del continente.

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