La montagna ha partorito il topolino. Due giorni dopo l’atteso confronto sull’emergenza smog in Pianura Padana fra il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e i governatori del Nord, la giunta lombarda ha varato il Pria, il piano regionale degli interventi per la qualità dell’aria. Roberto Maroni ha annunciato l’estensione dell’area off-limits per le auto euro 0 da 209 a 570 Comuni e la promessa di esentare dal bollo (nel 2016) chi cambierà la propria auto diesel euro 3 con una meno inquinante. Ma basterà?
In Lombardia circolano 5,8 milioni di auto (fonte Aci). Quelle euro 0 sono 63mila, questo provvedimento riguarderà 1/3 di esse e cioè appena lo 0,3% del totale, una percentuale ininfluente al fine prefissato. Le auto diesel euro 3 sono 634mila; ma quanti con la crisi in corso saranno disposti a rottamarle per comprarne una nuova e meno inquinante? L’incentivo di Maroni è di 124 euro, il valore del bollo auto pagato per quella categoria. E’ pur qualcosa ma non appare sufficiente ad attivare l’acquisto di un bene durevole. L’esperienza dimostra che gli incentivi senza i disincentivi non producono risultati.
Il piano è ambizioso, guarda fino al 2020. Ma come sarà la Lombardia allora? Nessuno ha la sfera di cristallo ma oggi ci sono alcuni elementi che fanno intravedere il futuro.
Governo ed enti locali finanziano (anche con fondi Fus!) la mobilità che inquina, strade e autostrade come Brebemi, Pedemontana, Tem, Rho-Monza e tagliano quella che non inquina come la rete ferroviaria (meno 300milioni nel 2013). Dal 2010 ad oggi le società di trasporto pubblico locale italiane hanno perso mezzo miliardo di euro l’anno di trasferimenti. Risultato? L’uso del mezzo privato viene incoraggiato anziché scoraggiato. Lo smog non potrà che aumentare a dispetto degli obiettivi prefissati da Maroni.
Sulla qualità dell’aria poteva coagularsi quella macroregione vagheggiata da Maroni in campagna elettorale. Peccato. Idee vecchie e poco coraggio lasciano l’amaro in bocca di un’occasione persa.