La giornata di digiuno indetta dal pontefice contro il rischio di una guerra supera i confini geografici e ideologici. Raccoglimento in ogni parte del mondo. E in Italia aderiscono da destra e da sinistra, da Casini a Vendola
Gli ultimi ad aderire sono stati il neo senatore a vita Renzo Piano ma soprattutto il presidente del Consiglio Enrico Letta. Prima di loro personalità del mondo dello sport (tra gli italiani Federica Pellegrini), della musica, della politica, intere città, associazioni ed enti operanti in ogni settore. Ma soprattutto migliaia di persone in tutto il mondo, di tutte le fedi e di ogni cultura. La giornata di digiuno indetta da papa Francesco come appello contro il rischio guerra in Siria sta avendo l’effetto sperato: unire ciò che la politica e la diplomazia hanno diviso. A sostenere Francesco anche il Papa emerito, Benedetto XVI: Joseph Ratzinger parteciperà alla veglia e al digiuno, come ha raccontato il suo segretario particolare, Georg Ganswein. L’emblema è quanto accadrà oggi in piazza San Pietro durante la veglia: i musulmani nel luogo simbolo del cattolicesimo, uniti ai cristiani dalle parole del Pontefice. Oltre alle mani incrociate che recitano il rosario, nella piazza potrebbero spuntare tappeti arabi per le preghiere ad Allah. E dai territori in Terra Santa, i palestinesi hanno annunciato che si uniranno alla veglia a distanza.
Siria, Africa, Indonesia, Hong Kong, Iraq, Egitto
L’adesione alla giornata di preghiera e di digiuno è letteralmente senza confini. Nel piccolo villaggio cristiano di Maaloula, a nord di Damasco, simbolo della cristianità in Siria e luogo di pellegrinaggio per fedeli cristiani e musulmani, scrive Radio Vaticana, si prega per la pace, mentre si è sotto la minaccia diretta di gruppi armati. L’importanza che ha per le comunità locali la vicinanza del papa è testimoniata anche da padre Nawras Sammour, responsabile per il Medio Oriente e il Nord Africa del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, che in una telefonata alla Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre da Aleppo condanna la possibilità di un intervento armato, ricordando che le parole del papa sono state apprezzate anche dal Gran Muftì del Paese, Ahmad Badreddin Hassou, che ha espresso il desiderio di poter pregare sabato in piazza San Pietro.
Anche Maria Saadeh, deputato al parlamento di Damasco e di fede greco-cattolica, si sente vicina al papa e alla “Santa Sede che conosce bene la nostra cultura e può sostenere i nostri sforzi per la pace e per fermare la violenza”. Forti si levano voci anche altrove, nel mondo: in Indonesia, cattolici e musulmani pregheranno uniti in comunione con il papa, sottolineando che “le armi non rappresentano la soluzione per dirimere i conflitti”, mentre a Hong Kong il cardinale John Tong esorta i fedeli alla preghiera e a celebrare la giornata di digiuno per ottenere la pace mondiale a lungo termine.
Molte le iniziative intraprese dalle Chiese dell’America Latina, mentre vicinanza e solidarietà è stata espressa anche dai Paesi geograficamente più vicini alla Siria: le comunità maronite libanesi, ad esempio, invitano tutto il popolo del Libano e pregare con il papa. Dall’Iraq, il Patriarca di Babilonia dei caldei, Louis Raphael Sako I, richiama tutta la Chiesa locale a condividere la Giornata di preghiera e digiuno, mentre in Egitto – altro Paese sconvolto dalle violenze – il portavoce dei vescovi cattolici, padre Rafic Greiche, testimonia l’ottima accoglienza che l’iniziativa ha trovato presso la popolazione, che nelle notti di venerdì e sabato prossimi si raccoglierà nelle chiese per momenti speciali di preghiera comunitaria, adorazioni e celebrazioni eucaristiche.
In Italia digiuno da Casini a Vendola, dalla Boldrini a De Magistris
E i confini abbattuti dall’iniziativa di Papa Francesco sono anche quelli ideologici. La presidente della Camera Laura Boldrini sarà in piazza San Pietro alla veglia di preghiera. Aderiscono, per esempio, contemporaneamente il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il presidente della Regione Stefano Caldoro. Digiunano nel Pd e nel Pdl, digiuna il presidente di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola, digiuna Pier Ferdinando Casini. Partecipano il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, l’ex leader delle Acli (ora parlamentare Pd) Luigi Bobba, il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, gli interi sindacati Cisl e Uil (in testa i segretari Raffaele Bonanni e Giovanni Centrella). E ancora aderisce il fondatore di Slow Food Carlin Petrini.
Don Farinella: “Il digiuno? E’ il coffee break delle larghe intese”
Sferzante come suo solito don Paolo Farinella, teologo e biblista genovese: “Visto chi partecipa al digiuno promosso dal Papa, e in tutto rispetto per papa Francesco, più che un digiuno per la pace mi pare un coffe break dalle larghe intese con delinquenti e guerrafondai e immorali in passerella da primo piano”.
Il segretario di Rifondazione Comunista (di religione valdese) Paolo Ferrero dice di apprezzare le parole del pontefice, ma di non partecipare perché “troppi sono i sepolcri imbiancati che stanno partecipando al digiuno senza aver fatto quanto in loro potere per fermare la guerra. Mi riferisco ai ministri di un governo che digiunano parlando di pace mentre il presidente del Consiglio Letta sottoscrive i documenti degli Usa, che promuovono l’aggressione”. I ministri che aderiscono, come già emerso nei giorni scorsi, sono quello della Difesa Mario Mauro, quello dei Trasporti Maurizio Lupi, quello della Funzione Pubblica Gianpiero D’Alia e la titolare degli Esteri Emma Bonino.