Almeno 100mila persone e altre centinaia di migliaia, forse milioni, in tutto il mondo a pregare per la pace. Lo fanno guidate dalle parole di Papa Francesco: lui ha promosso questa giornata di digiuno e preghiera per scongiurare il conflitto in Siria: “In ogni guerra facciamo rinascere Caino – ha detto il pontefice – La guerra è sempre una sconfitta per l’umanità”. Davanti alla basilica di San Pietro credenti di diverse religioni e delle più diverse nazionalità. Alcuni musulmani hanno recitato i versetti del Corano.
In piazza si è respirato un clima di raccoglimento e di preghiera. I fedeli hanno seguito in raccoglimento la preghiera, seguendo dal libretto distribuito in piazza, e rispondendo nelle parti dove deve intervenire il popolo. Tra i presenti numerose famiglie con passeggini e bambini piccoli. Bergoglio è giunto in piazza a piedi dalla basilica vaticana e, in silenzio, si è messo in preghiera sul sagrato accanto all’altare. La prima parte è stata di carattere mariano, con l’intronizzazione della Madonna “salus populi romani” con partenza dall’obelisco. Poi il rosario.
Almeno tre volte l’omelia del Papa è stata interrotta dagli applausi dei fedeli che sono accorsi in piazza San Pietro per partecipare alla veglia di preghiera per la pace in Siria e in Medio Oriente. Il più sentito quando, a braccio, ha ricordato l’incontro interreligioso di Buenos Aires nel 2000, quando ne era arcivescovo, e quando ha chiesto, leggendo il testo preparato, “se la pace sia o no possibile”, rispondendo di sì. L’altro applauso si è alzato quando Bergoglio ha ricordato Paolo VI citando le sue parole: “Mai più la guerra”.
Un gruppo di una decina di musulmani, tra cui siriani con le bandiere della propria nazione, ha recitato il Corano ai margini di piazza San Pietro, all’esterno delle transenne, unendosi così alla preghiera per la pace del papa. Per diversi minuti è stato recitato “Il capitolo delle stanze”, verso 13 del Corano. “In quel verso si parla di Allah, che ha fatto istituire un popolo e una comunità affinché possiamo conoscerci. Il più nobile che più ama e teme Dio si trattiene da qualunque violenza”, ha detto Salameh Ashour, presidente della comunità palestinese in Italia, che ha recitato in italiano i versi del Corano assieme ad altri musulmani con il palmo delle mani rivolto al cielo. Tra arabi e musulmani si sono contate almeno 500 persone, ha riferito il presidente della Comunità araba in Italia, Foad Aodi. All’interno e fuori dalla piazza iracheni, egiziani, siriani di tutte le fazioni politiche, palestinesi, libanesi e dei Paesi del Golfo.
Ai bordi della piazza, di fronte alla basilica, si sono viste soprattutto bandiere della pace, della Siria e dell’Argentina, il paese di Papa Bergoglio, agitate da tanti stranieri cristiani e musulmani. La piazza ha continuato a riempirsi. Tante persone sono rimaste all’esterno per poter esporre e agitare le loro bandiere pronte ad osservare a distanza la cerimonia anche attraverso i maxi-schermi sistemati in piazza. “Siamo qui per ringraziare Papa Francesco – spiegano Amman e Ismael, musulmani, avvolti in una bandiera siriana – perché cristiani e musulmani sono uniti anche nella pace. Anche noi abbiamo digiunato oggi e resteremo qui fino alle 23. Purtroppo ci hanno detto che con bandiere troppo grandi non si può entrare in piazza, per questo restiamo fuori, per ascoltare le parole di Francesco”.
Ma tra i siriani in piazza si è formata una divisione. La fazione che appoggia ideologicamente i “ribelli” si è spostata in un gruppo sul lato destro della piazza. Sulla sinistra, ai margini, c’è il gruppo che invece si autodefinisce “Per il popolo siriano”. “Temiamo infiltrati dell’ambasciata siriana – spiegano alcuni componenti del gruppo dei “ribelli” – per questo siamo defilati. Noi non condividiamo la linea pro-Assad”.
In piazza anche alcuni politici italiani che hanno aderito all’appello. Tra questi il ministro della Difesa Mario Mauro, il sindaco di Roma Ignazio Marino (arrivato in bici), il sottosegretario agli Esteri Mario Giro, il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini. “Siamo qui – ha detto arrivando – con il Papa a dire no a questa guerra improvvida, che è destinata a creare più problemi di quanti ne risolva”.
Cronaca
Siria, in 100mila in piazza San Pietro: cristiani e musulmani pregano insieme
Almeno 100mila persone e altre centinaia di migliaia, forse milioni, in tutto il mondo a pregare per la pace. Lo fanno guidate dalle parole di Papa Francesco: lui ha promosso questa giornata di digiuno e preghiera per scongiurare il conflitto in Siria: “In ogni guerra facciamo rinascere Caino – ha detto il pontefice – La guerra è sempre una sconfitta per l’umanità”. Davanti alla basilica di San Pietro credenti di diverse religioni e delle più diverse nazionalità. Alcuni musulmani hanno recitato i versetti del Corano.
In piazza si è respirato un clima di raccoglimento e di preghiera. I fedeli hanno seguito in raccoglimento la preghiera, seguendo dal libretto distribuito in piazza, e rispondendo nelle parti dove deve intervenire il popolo. Tra i presenti numerose famiglie con passeggini e bambini piccoli. Bergoglio è giunto in piazza a piedi dalla basilica vaticana e, in silenzio, si è messo in preghiera sul sagrato accanto all’altare. La prima parte è stata di carattere mariano, con l’intronizzazione della Madonna “salus populi romani” con partenza dall’obelisco. Poi il rosario.
Almeno tre volte l’omelia del Papa è stata interrotta dagli applausi dei fedeli che sono accorsi in piazza San Pietro per partecipare alla veglia di preghiera per la pace in Siria e in Medio Oriente. Il più sentito quando, a braccio, ha ricordato l’incontro interreligioso di Buenos Aires nel 2000, quando ne era arcivescovo, e quando ha chiesto, leggendo il testo preparato, “se la pace sia o no possibile”, rispondendo di sì. L’altro applauso si è alzato quando Bergoglio ha ricordato Paolo VI citando le sue parole: “Mai più la guerra”.
Un gruppo di una decina di musulmani, tra cui siriani con le bandiere della propria nazione, ha recitato il Corano ai margini di piazza San Pietro, all’esterno delle transenne, unendosi così alla preghiera per la pace del papa. Per diversi minuti è stato recitato “Il capitolo delle stanze”, verso 13 del Corano. “In quel verso si parla di Allah, che ha fatto istituire un popolo e una comunità affinché possiamo conoscerci. Il più nobile che più ama e teme Dio si trattiene da qualunque violenza”, ha detto Salameh Ashour, presidente della comunità palestinese in Italia, che ha recitato in italiano i versi del Corano assieme ad altri musulmani con il palmo delle mani rivolto al cielo. Tra arabi e musulmani si sono contate almeno 500 persone, ha riferito il presidente della Comunità araba in Italia, Foad Aodi. All’interno e fuori dalla piazza iracheni, egiziani, siriani di tutte le fazioni politiche, palestinesi, libanesi e dei Paesi del Golfo.
Ai bordi della piazza, di fronte alla basilica, si sono viste soprattutto bandiere della pace, della Siria e dell’Argentina, il paese di Papa Bergoglio, agitate da tanti stranieri cristiani e musulmani. La piazza ha continuato a riempirsi. Tante persone sono rimaste all’esterno per poter esporre e agitare le loro bandiere pronte ad osservare a distanza la cerimonia anche attraverso i maxi-schermi sistemati in piazza. “Siamo qui per ringraziare Papa Francesco – spiegano Amman e Ismael, musulmani, avvolti in una bandiera siriana – perché cristiani e musulmani sono uniti anche nella pace. Anche noi abbiamo digiunato oggi e resteremo qui fino alle 23. Purtroppo ci hanno detto che con bandiere troppo grandi non si può entrare in piazza, per questo restiamo fuori, per ascoltare le parole di Francesco”.
Ma tra i siriani in piazza si è formata una divisione. La fazione che appoggia ideologicamente i “ribelli” si è spostata in un gruppo sul lato destro della piazza. Sulla sinistra, ai margini, c’è il gruppo che invece si autodefinisce “Per il popolo siriano”. “Temiamo infiltrati dell’ambasciata siriana – spiegano alcuni componenti del gruppo dei “ribelli” – per questo siamo defilati. Noi non condividiamo la linea pro-Assad”.
In piazza anche alcuni politici italiani che hanno aderito all’appello. Tra questi il ministro della Difesa Mario Mauro, il sindaco di Roma Ignazio Marino (arrivato in bici), il sottosegretario agli Esteri Mario Giro, il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini. “Siamo qui – ha detto arrivando – con il Papa a dire no a questa guerra improvvida, che è destinata a creare più problemi di quanti ne risolva”.
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Giustizia & Impunità
L’Italia arresta e poi scarcera il comandante libico accusato di torture dalla Corte dell’Aja. Tutti i dubbi sul ruolo del ministero di Nordio
Zonaeuro
Von der Leyen a Davos invoca l’unità europea e si appella a Trump: ‘Negoziamo, rompere non conviene’. Zelensky: ‘Ue si dia una mossa, alzi la voce con gli Usa’
Politica
Ucraina, M5s e Avs: “Stop all’invio di armi, no agli attacchi in Russia”. Ma Pd: “Rispettare impegni presi”
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Perchè il capo della polizia giudiziaria libica Almasri arrestato sabato a Torino, per la Corte Penale Internazionale colpevole di crimini di guerra e contro la dignità umana, è stato scarcerato e rimandato in Libia? È una pagina inquietante, il governo deve spiegazioni". Così su X Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche migratorie nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Meloni non doveva fare la guerra in tutto il globo terracqueo ai trafficanti di esseri umani e arrestarli? Oggi invece ha liberato il trafficante e torturatore libico Almasri Habish e lo ha rimandato in Libia, nonostante un mandato di arresto della Corte penale internazionale. Che vergogna Giorgia Meloni". Lo dichiara il coportavoce nazionale di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Rimaniamo in attesa della conferma ufficiale e della motivazione che ha portato alla scarcerazione del trafficante di esseri umani libico arrestato nei giorni scorsi a Torino". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.
"Naturalmente se questo personaggio potrà lasciare tranquillamente l’Italia invece di essere consegnato alla Corte Penale Internazionale per essere giudicato sarà chiaro a tutti - alla CPI, all’Interpol, alla comunità internazionale e ai cittadini del nostro Paese - che l’attuale governo italiano, Meloni, Nordio, Piantedosi proteggono i trafficanti di esseri umani e i torturatori libici".
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "È gravissimo che il comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, arrestato domenica scorsa a Torino, sia stato rilasciato e rinviato in Libia, nonostante ci sia un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Presentiamo una interrogazione urgente al ministro Nordio affinché venga a riferire in aula già nelle prossime ore”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "La vicenda della scarcerazione del generale Almasri è gravissima. Domani mattina chiederemo conto al Ministro Nordio in aula di questa scelta che a noi sembra assurda. Cosa c’è sotto?". Così Matteo Renzi sui social.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - “Per il ministro Salvini, dal primo di gennaio i ritardi ferroviari sono tutta colpa dell'eversione e del sabotaggio. Peccato che i dati dell’ultimo trimestre, senza catene sulla linea, senza sabotaggi, senza esposti, dicano che il 72 % dei treni ad alta velocità è arrivato in ritardo, che il Frecciargento Bari - Roma non è mai arrivato in orario e che il Frecciarossa Reggio Calabria - Milano ha avuto un ritardo medio di 46 minuti, con picchi di 468 minuti". Lo ha dichiarato Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera, rispondendo all’informativa del ministro Salvini sul trasporto ferroviario.
"I rimborsi complessivi dovuti a Trenitalia per ritardi dei treni sono superiori a 100 milioni di euro l'anno: circa 8 milioni e mezzo di euro al mese. Davanti a questa situazione emergenziale, ancora una volta il Ministro evita di discutere in aula la sua strategia dei trasporti. Avremmo voluto sapere dal Ministro se conferma la scelta di aumentare l’offerta dell’alta velocità, atteso il fatto che questo aumento contrae la possibilità di manutenzione ordinaria e quindi la prevenzione dei guasti".
"Soprattutto perché, se su quella stessa rete si pensa di mettere un terzo operatore, l'usura sarà ulteriormente esasperata. È su questo che avevamo chiesto un'informativa del Ministro: sui ritardi, sui guasti, sui disagi, sulle strategie per le politiche del trasporto pubblico in Italia, non sugli esposti sacrosanti. Ancora un’occasione perduta”.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Giorgia Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia. Il governo chiarisca immediatamente perché Almasri è stato scarcerato e lasciato andare". Così la segretaria del Pd Elly Schlein