Il sottosegretario Borletti Buitoni: "La Regione è autonoma, non è possibile intervenire". E da Palermo confermano: "I vincoli di inedificabilità sono stati apposti dopo la costruzione del quartiere abusivo"
Il ministero dei Beni culturali non può fare nulla: “La Regione Sicilia ha totale autonomia su vigilanza e tutela”. La soprintendenza di Palermo allarga le braccia: i vincoli sulla costruzione, spiegano, “sono stati apposti dopo la costruzione del quartiere abusivo”. Il Comune di Bagheria va oltre e assicura: “E’ tutto in regola”. Insomma, nessuno sembra avere gli strumenti per tutelare Villa Valguarnera, un’area monumentale nella quale è stato costruito un quartiere abusivo, tanto che nel rione si trova anche la villa di Gino Di Salvo, considerato il nuovo reggente del “mandamento” di Bagheria, arrestato più volte per associazione mafiosa.
Borletti Buitoni: “Il ministero non può fare nulla”
La questione si aggrava anche perché il ministero non può far valere la propria voce: “Per quanto riguarda gli aspetti della tutela in Sicilia – spiega il sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni – purtroppo il ministero non ha competenza alcuna in quanto dal 1975 sono state completamente trasferite alla Regione Sicilia tutte le competenze. Con quel decreto l’amministrazione regionale esercita nel territorio della Regione tutte le attribuzioni delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato in materia di antichità, opere artistiche e musei, nonché di tutela del paesaggio”. La vigilanza e la tutela dei beni esistenti in Sicilia sono quindi esercitate dall’amministrazione regionale senza nessun potere di intervento a livello centrale. Una situazione che, come nel caso di Villa Valguarnera, non permette interventi “dall’alto”. “Se gli enti regionali – conclude il sottosegretario – non fanno il loro dovere, come sembrerebbe in questo caso specifico, noi non possiamo intervenire in alcun modo. E’ un problema potenziale anche per la tutela e la salvaguardia di tutti quei beni archeologici, artistici e paesaggistici di cui è piena la Sicilia”.
La soprintendenza: “Vincoli apposti dopo la costruzione del quartiere”
Ma c’è un altro aspetto sul quale servirà fare luce, perché se da una parte ai proprietari risulta che i vincoli di inedificabilità sull’intera area sopravvivono già dal 1913, dall’altra secondo la Soprintendenza ai beni culturali di Palermo dal 1913 al 1993 una parte del terreno della villa (proprio dov’è sorto il quartiere) non era vincolata. “Sull’area in questione – spiega la soprintendente Maria Elena Volpes – fino al 1993 non c’era nessun tipo di vincolo. Da quanto ci risulta gli edifici al tempo erano già stati costruiti quindi da questo punto di vista noi non possiamo fare assolutamente nulla. Sulla base delle carte in nostro possesso questa è la triste realtà. Nel caso ci fossero altre irregolarità è il Comune che deve intervenire”. La Volpes, nominata ad aprile scorso, assicura che approfondirà ulteriormente la vicenda. “Abbiamo avviato delle indagini – prosegue – di concerto con il Comune di Bagheria, stimolati dall’interrogazione presentata dai senatori del Movimento 5 Stelle e dalle segnalazioni dei proprietari “. Per quanto riguarda lo stato di degrado in cui versa la prestigiosa villa, con i ponteggi installati in bella vista dal lontano 1997 e dopo i crolli di alcune porzioni ornamentali del tetto, la soprintendente assicura che si farà tutto ciò che è necessario per la messa in sicurezza e la ristrutturazione. “Per la sistemazione di tutta la villa e non solo del tetto – conclude – faremo la nostra parte, al momento stiamo cercando ulteriori risorse economiche per completare i lavori e riportare la villa al suo antico splendore”.
Il Comune: “Tutto in regola”
Sul sito del Comune dopo l’interrogazione parlamentare dei 5 Stelle è stato pubblicato un comunicato stampa per spiegare le ragioni dell’amministrazione. Il quartiere abusivo è stato sostanzialmente sanato negli anni, è la sintesi, a seguito di un intervento ispettivo da parte dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Una delibera del 1987, dell’allora giunta municipale dispose l’allargamento della via Vallone De Spuches (dove si trova l’abitazione di Di Salvo) e la “realizzazione delle opere di urbanizzazione delle sedi viarie a servizio degli edifici abusivi – si legge nella nota – per i quali era stata presentata richiesta di condono edilizio, condono per il quale l’assessorato regionale chiedeva di dare sollecito esito alle relative istanze”. Il Comune precisa che non sono state rilasciate “concessioni edilizie per l’edificio Di Salvo anzi ha fornito le necessarie informazioni ai fini della confisca del bene al mafioso e ha autorizzato tutti gli interventi di manutenzione del complesso monumentale di Villa Valguarnera sin dal 1992″.
A quanto pare, ascoltando gli enti preposti, si è arrivati ad avere un quartiere abusivo, poi sanato, in un’area vincolata e prestigiosa come Villa Valguarnera, senza violare nessuna norma. Una situazione sulla quale i senatori 5 Stelle che hanno presentato l’interrogazione parlamentare vogliono fare piena chiarezza. “Abbiamo fatto richiesta ufficiale di accesso agli atti – chiosa il senatore Francesco Campanella – alla Soprintendenza di Palermo e al Comune di Bagheria. Su questa assurda vicenda andiamo avanti sino in fondo, vogliamo fare piena luce su quanto è accaduto e individuare i responsabili”.