Con la mia famiglia (da poco cresciuta), sfruttando l’estate più lunga della vita (una maternità non capita tutti gli anni) e reduce – purtroppo – da un grave lutto, decido di prendere in fitto un bilocale. Ce l’hanno prospettato come l’appartamento più ambito del palazzo: quarto piano, nessuno davanti se non una chiesa, addirittura doppi terrazzi, doppia esposizione e doppi servizi. Occasione last minute. Lo prendiamo a scatola chiusa.
Bastano pochi minuti per renderci conto che sì, è vero, l’appartamento è dotato di due terrazzi e due bagni, una camera da letto e un angolo cottura. Ma che, però, c’è una strana apertura senza porta tra i due vani e che i terrazzi – coperti – sono dotati della stessa illuminazione e degli stessi pavimenti che ci sono all’interno e che i due bagni sono gemelli e che addirittura sotto uno specchio in camera da letto spunta un tubo del gas. Così come, all’esterno, dai pilastri fuoriescono degli strani tubi – pazientemente coperti con lo scotch – e le sospensioni per i termosifoni e, se uno proprio volesse essere metodico, l’appartamento ha due porte d’ingresso. Una in cucina e una in camera da letto. Strano: se si volesse chiudere l’apertura centrale e tirare su un paio di muri, verrebbero fuori proprio due appartamentini gemelli. Già pronti per essere affittati.
Ma possibile che i proprietari possano aver fatto un aumento di cubature e siano in attesa di un condono? Quanto siamo maligne noi neo-mamme. Del resto siamo a Silvi Marina, dove ad agosto le fognature esplodono riversando liquami in mare alla faccia della Bandiera blu.