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Decadenza Berlusconi, slitta voto in Giunta. Augello: “Il Cavaliere resti senatore”

Il relatore del Pdl grida alla vittoria: "Non era mai stata decisa una procedura del genere. E’ stata accolta la nostra richiesta di individuare una procedura ad hoc per questo caso, non lo speravo". I lavori sul caso Berlusconi riprenderanno giovedì alle 15

Silvio Berlusconi deve rimanere senatore, altro che decadenza. Dopo tre ore di riunione, è questa la proposta avanzata da Andrea Augello alla Giunta per le elezioni di Palazzo Madama. “La decisione presa costituisce un precedente importante. Non era mai stata decisa una procedura del genere” ha spiegato il senatore del Pdl, visibilmente soddisfatto dagli sviluppi politici della vicenda. “E’ stata accolta la nostra richiesta di individuare una procedura ad hoc per questo caso, non lo speravo” ha continuato il relatore del caso Berlusconi in Giunta per le Immunità del Senato. “Per quanto riguarda i tempi non sono ancora in grado di dire nulla perché dovranno essere ancora decisi dall’ufficio di presidenza – ha proseguito Augello – ma posso solo dire che essendo una questione del tutto particolare, tanto che richiede una procedura a sé, ci vorrà tutto il tempo che ci vorrà…”. Obiettivo centrato, quindi: il Pdl voleva prender tempo e così sarà, con una procedura stabilita ad personam per il Cavaliere.

“Abbiamo ottenuto che prima si voti sulle questioni preliminari e poi sulla decadenza o meno di Berlusconi – ha spiegato Augello – Ognuno potrà esprimersi su ogni questione pregiudiziale e poi ci sta il voto complessivo. E’ stata accolta, di fatto, la nostra richiesta e di questo siamo soddisfatti”. Secondo Augello il clima in Giunta stasera “è stato molto più disteso e conciliante rispetto a quello di ieri”. Il presidente della Giunta, Dario Stefàno, ha poi ufficializzato la ‘mossa’ di Augello: “Il relatore ha formalizzato la sua proposta di convalida del senatore Berlusconi attraverso una serie di questioni preliminari”. Crisi di governo evitata? Presto per dirlo. Di certo c’è stata una certa distensione tra Pd e Pdl, anche se le parole del segretario democratico Epifani (“La legge è uguale per tutti”) sembrerebbero confermare la linea dura. Al momento, tuttavia, i fatti dicono il contrario. Per quanto riguarda i tempi tecnici della vicenda, il caso Berlusconi tornerà in Giunta per le elezioni giovedì prossimo alle ore 15, quando – come annunciato da Benedetto Della Vedova (Scelta Civica) – sarà aggiornata la discussione generale sulla relazione Augello. 

Che la svolta era in dirittura d’arrivo, del resto, era comprensibile anche prima delle parole dell’esponente Pdl. Già nel pomeriggio, a sentire gli analisti, l’uscita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva un po’ raffreddato la voglia di strappo da parte del Pd. Una sensazione confermata in serata anche da altri componenti della Giunta. “Siamo ormai tutti d’accordo, a questo punto le pregiudiziali non esistono più” aveva detto poco prima il senatore del Psi (eletto nelle liste Pd) Enrico Buemi in una pausa dei lavori. “Abbiamo deciso di continuare l’esame della relazione di Augello seguendo l’articolo 10 del regolamento”. Il che significa che ogni componente della Commissione potrà intervenire per 20 minuti ciascuno “più un tempo supplementare – spiega Buemi – di 60 minuti per gruppo…ci servono 920 minuti di discussione generale. Ci sarà un voto unico su relazione e pregiudiziali, ma non si voterà stasera”. 

LA CRONACA DELLA GIORNATA
“La Giunta per le elezioni del Senato avvierà stasera una discussione unica” sulle pregiudiziali presentate ieri dal relatore Andrea Augello, aveva spiegato il presidente della Giunta, Dario Stefàno, poco prima dell’inizio della seconda seduta sulla decadenza di Berlusconi per l’applicazione della legge Severino. Una seduta preceduta dal consueto scontro politico tra il Pdl, che mira a dilatare il più possibile i tempi del voto che potrebbe espellere Berlusconi da Palazzo Madama, e il Pd al momento determinato a chiudere la partita in tempi brevi. “La legge è uguale per tutti”, ha ribadito in serata il segretario Guglielmo Epifani a ‘Matrix’, “e quando c’è una sentenza si applica. Se in uno Stato non fosse così, ci sarebbe solo la legge della giungla”. 

Secondo indiscrezioni, tra l’altro, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha incontrato nel pomeriggio a palazzo Chigi il vicepremier Angelino Alfano e gli altri ministri del Pdl, e sarebbe uscito dal colloquio ancora persuaso che ci siano le condizioni perché il governo vada avanti. “Alla fine a prevalere sarà il senso di responsabilità”, avrebbe detto Letta, perché mettere fine alla stabilità dell’esecutivo avrebbe “un costo troppo elevato”.

Anche perché la resa dei conti non sarebbe imminente. E’ molto probabile che neppure stasera si arrivi al voto delle questioni pregiudiziali poste ieri dal pidiellino Augello nella sua relazione, e che la giunta ha deciso di affrontare in un unico scrutinio, contro la richiesta del Pdl di esaminarle separatamente. “Dobbiamo aspettare la fine della riunione per capire quello che succederà, perché c’è un vuoto regolamentare”, ha affermato Augello entrando in Giunta. “Ho fatto un lavoro che ritengo tecnicamente valido. Politicamente lo vedremo a fine seduta”. Altro scenario, la trasformazione delle pregiudiziali in questioni preliminari, un altro escamotage  per allungare i tempi, visto che a voter in questo caso sarebbe l’aula del Senato. 

Sarebbe stato Augello, nella seduta che si svolge a porte chiuse, a proporre di considerare le pregiudiziali ai sensi dell’articolo 10 del regolamento. Questo consentirebbe alla giunta delle Elezioni di discutere la sua proposta concedendo 20 minuti di intervento ad ogni commissario. In questo caso, se la relazione venisse bocciata come è al momento “scritto” nei numeri della giunta, sarebbe nominato un nuovo relatore tra quelli che hanno espresso parere contrario. “Stiamo ‘estorcendo’ ad Augello le conclusioni, vogliamo iniziare la discussione generale e votare subito! #fuoriberlusconi”, twittano intanto i senatori del Movimento Cinque Stelle. Che poi hanno aggiunto: “Pdl fa slittare il voto. Solita melina berlusconiana per salvare un condannato a 4 anni #FuoriBerlusconi”. 

Augello avrebbe chiesto anche che il voto sulla relazione, al termine della discussione generale, avvenga per parti separate: un voto sulla proposta di decadenza o non decadenza di Silvio Berlusconi da senatore e tre diversi voti sulle questioni preliminari che riguardano il ricorso alla Corte costituzionale, quello alla corte del Lussemburgo e la costituzionalità nel merito della legge Severino. La proposta, secondo quanto si apprende da fonti interne alla giunta, non sarebbe ancora stata votata. Il Pd, secondo le stesse fonti, non avrebbe niente in contrario nell’accettarla.

Sarebbe stato poi il senatore di Scelta Civica Benedetto Della Vedova a proporre che si superasse la questione delle pregiudiziali sollevate ieri sera. Se la tesi dovesse essere accolta dal Pd, è probabile che stasera non ci sia alcun voto. E il Pdl potrebbe incassare almeno il risultato di spaccare il fronte opposto, visto che i Cinque stelle vorrebbero votare subito, così la relazione Augello verrebbe verosimilmente bocciata ed entrerebbe in scena un nuovo relatore meno accondiscendente con il Cavaliere.

Si attende però che Augello presenti la sua proposta sulla decadenza o meno di Berlusconi dal mandato di parlamentare. Ma i lavori sono finiti in stallo, con qualche protesta perché Augello, dopo aver annunciato una semplice integrazione di poche righe al documento di ieri, starebbe tirando per le lunghe la sua relazione, senza arrivare alle conclusioni.