Il capogruppo alla Camera del Popolo della libertà attacca i democratici: "Se votano con Grillo faranno cadere il governo e saranno loro i responsabili". L'europarlamentare Sonia Alfano: "Conferma quello che già dissi più volte". Cecconi (M5S): "Possiamo convergere solo su ministri della società civile. Mediamo sul premier"
Venti senatori del Movimento 5 Stelle pronti a sostenere un nuovo esecutivo con Partito democratico e Sel. Lo scenario lo descrive Renato Brunetta, capogruppo del Popolo della libertà alla Camera dei deputati in un’intervista a Uno Mattina: “Succederà certamente. Sono circa venti, si sanno già anche i nomi“. Una certezza di spaccatura del mondo grillino non confermata e che sembra essere a tutti gli effetti una minaccia al Partito democratico: “Sarà il Pd a rompere la maggioranza di governo. Perché se voterà assieme a Grillo, romperà la maggioranza con il Pdl e se ne assumerà tutte le responsabilità. Quindi sarà il Pd a far cadere il governo Letta”, ha aggiunto il deputato ai microfoni del Tg3.
Mentre Pd e Pdl continuano gli scontri e si attende la decisione delle giunta per le elezioni sulla decadenza di Silvio Berlusconi, chi coglie al balzo le dichiarazioni di Brunetta è l’europarlamentare Sonia Alfano. “Di fatto – continua – Brunetta conferma quanto da me dichiarato in tempi non sospetti e che mi è costato gli attacchi del Senatore del M5S Mario Giarrusso, il quale recentemente mi aveva definita in preda ad una tardiva insolazione. Da cosa sarebbe stato colpito in questo caso Brunetta, da insolazione postuma? La solerzia usata dal senatore Giarrusso nello smentire quanto di fatto stava già accadendo sotto i suoi occhi induce in me l’amletico dilemma: o non ha contezza di quanto accade in casa sua, oppure – conclude – più che figlie di amore per la verità e trasparenza, le sue dichiarazioni appaiono in sintonia con logiche tese a tutelare trattative già in atto”.
Sul fronte del Movimento 5 Stelle però sembrano esserci pochi cedimenti. Almeno alla luce del sole. L’idea continua ad essere, in caso di caduta del governo, quella di chiedere le elezioni anticipate o avere l’incarico da Napolitano per formare un esecutivo della società civile e mediare con gli altri partiti sul nome del primo ministro. A ribadirlo è il deputato Andrea Cecconi: “In un governo con premier e ministri-cittadini”, ha dichiarato in un’intervista a Intelligonews, “fatto da “esponenti della società civile capaci e competenti per il ruolo che dovranno svolgere, su poche priorità programmatiche che caratterizzano la nostra azione e sulle quali altre forze politiche possono convergere“. Si tratterebbe di un esecutivo “fatto da persone della società civile competenti e capaci per il ruolo che dovranno svolgere – spiega – Stabiliamo una piattaforma di pochi punti con priorità che noi portiamo avanti: dal no agli F35, al no alla Tav, a riforme costituzionali secondo l’articolo 138 della Carta. Il premier può essere frutto di mediazione tra forze politiche, dal momento che non abbiamo la maggioranza per governare da soli. Ma sui ministri non si discute”.