Il rumore provocato dal passaggio di ogni tipo di mezzo è assordante. Quasi in ogni attimo della giornata. La via Pontina è alle spalle, sopraelevata. In questo tratto, superato lo svincolo per Spinaceto e Mostacciano, corre in alto. Sotto ci sono le indicazioni per via Carmelo Maestrini, lo stradone che attraversa il comparto di Casal Brunori da un’estremità all’altra. Fino ad incrociare il rettilineo di via Cristoforo Colombo. Sulla sinistra, prima l’abbandono di una fascia di terreno inedificato, poi il fronte dei palazzoni, dai cromatismi scuri. Una sorta di moderni falansteri, decuplicati in altezza. Affacciati sui maestosi tralicci dell’alta tensione.
In basso ci sarebbe il marciapiede. Ma in realtà si è costretti a camminare in strada. La pavimentazione è sconnessa ed invasa dalla vegetazione infestante che fuoriesce dalla rete. E poi ci sono immondizie di ogni tipo. Sull’altro lato c’è un ampio terreno ancora sgombro da costruzioni. Ma lasciato a se stesso da tempo.
Nonostante la vegetazione cresciuta indisturbata si riconoscono alcuni cumuli di terreno e poi qua e là le sagome di alcune trincee. Sono le testimonianza delle indagini archeologiche, preventive. Una lunghissima recinzione, ormai sconnessa, perimetra quasi per intero l’area, interrotta solo da un accesso. C’è un cartello, in alto, sul quale sono riportate le indicazioni sulla destinazione dell’area. Si tratta dei Lavori di costruzione di un edificio. Riguardanti il Piano di zona Casal Brunori, Comparto Nr1. Lavori, autorizzati nel dicembre 2006, iniziati nel luglio 2007 e che sarebbero dovuti terminare nel dicembre 2008. Invece, niente. Finora.
Ma è qui che si tradurrà in realtà uno dei capitoli dell’urbanistica alemanniana. Su quest’area si svilupperà la variante al Piano di Zona C8 Casal Brunori. La densificazione del comparto Nr1, mediante incremento della capacità edificatoria e cambio di destinazione d’uso verso residenziale, finalizzata alla realizzazione di alloggi di edilizia convenzionata e di housing sociale. In quest’angolo di Roma, immediatamente al di fuori del GRA, troverà compimento una delle famigerate delibere proposte dalla vecchia maggioranza al consiglio comunale, approvate sul filo di lana.
Gli strumenti per costruire ancora i consueti. In ordine variabile, a seconda delle circostanze, il trasferimento delle cubature assegnate in diritto di proprietà da un Piano ad un altro. Nello specifico da Lunghezza a Casal Brunori. Quindi il cambio di destinazione d’uso delle volumetrie già assegnate. Frequentemente, con conseguente densificazione del comparto facente parte della Zona. Cioè ben 28.752 mc che da non residenziale vengono mutati in residenziale con una ulteriore aggiunta di 21.085 mc. Il tutto assegnato alla società “Costruzioni Civili e Commerciali di Roma S.p.a”. Il mix della volumetria totale distinta tra edilizia convenzionata, per 57,69% pari a 120 alloggi, ed alloggi in housing sociale, per 42,30%, corrispondenti circa a 80 alloggi.
Tradotto sul terreno significa che sui 50,45 ettari nei quali si prevede la nuova urbanizzazione si insedieranno 4.248 abitanti. Diminuirà il verde, aumenteranno i disagi per i residenti a causa dell’incremento degli squilibri nel tessuto del comparto urbano. Le cubature esistenti non alleggerite con interventi di riqualificazione reale. Non ripensate in alcuna maniera. Lasciate sostanzialmente nella forma e nell’articolazione esistente. Sia quelle lungo i lati di via Carmelo Maestrini, sia quelle su uno dei lati di via Iris Versari.
Realizzate nell’ottica dell’asse generatore, della via di collegamento tra via Pontina e via Cristoforo Colombo ai cui margini si è impiantata l’urbanizzazione. Peraltro costituita in maniera disarmonica, comprendendo edifici dai caratteri decisamente differenti, anche per quanto riguarda lo sviluppo verticale. Criticità che sono ugualmente riscontrabili per l’altro agglomerato, quello all’estremità opposta dell’intero comprensorio, quello servito da via Armando Brasini. Una sorta di microcosmo, quasi autonomo rispetto a tutto il resto. Chiuso intorno dalle sagome degli edifici, diversi ancora in costruzione. Tra i nomi delle strade c’è anche quella intitolata a Luigi Piccinato, il capofila del PRG del 1962. Un nome tutt’altro che evocativo. Qui la sua idea di città sembra essere stata ampiamente tradita.
C’è ancora molto verde, forse ci sarà, in tutto il versante affacciato sulla Colombo. Fatta eccezione per una porzione delimitata da via Versari, nel tratto più vicino alla via Cristoforo Colombo. Ci sono già da tempo, dei bandoni a perimetrarla. Le opere promesse non cambieranno la sorte di quest’espansione sbagliata di Roma. Né la realizzazione di via Maestrini, né quella della nuova strada tra via Brasini e via Cortese. Neppure quella di un edificio polifunzionale da destinare a Centro anziani oppure ad Asilo nido o Centro Civico, in prossimità della rotatoria tra via Versari e via Cascione. Tanto meno quella di ulteriori tre aree parcheggi.
Nuove viabilità e servizi non riusciranno ad ammortizzare il deficit urbanistico causato da scelte iniziali sbagliate. Assolutamente non funzionali. Le nuove edificazioni contribuiranno anzi a sclerotizzare il disarticolato sviluppo iniziale. Che ha comportato la distruzione pressoché totale di testimonianze archeologiche di particolare rilevanza, indagate su una superficie di circa 10 ettari tra il 1989 e il 1990. Proprio nell’area compresa tra via Maestrini e via Versari un piccolo villaggio con edifici datati nel VI-V secolo a. C. sul quale in età repubblicana sembra essersi sviluppato un più vasto impianto relativo ad attività agricole, contrattosi in età imperiale. Tutto obliterato dalle nove costruzioni. E poi anche tracciati stradali, un sepolcreto e tombe sparse, oltre ad una cava dalla quale si estrassero i materiali per la realizzazione delle numerose ville circostanti.
In attesa che inizino i lavori che dovrebbero riqualificare Casal Brunori, molti marciapiedi continuano ad essere in rovina, le aree nelle quali si concentrano i cassonetti dell’Ama prive di qualsiasi decoro, gli spazi per il tempo libero quasi inesistenti, così come quelli per la condivisione culturale. Senza contare i collegamenti con la Città più che inadeguati. Si costruirà ancora. Continuando ad inseguire un modello di sviluppo sbagliato. Che non può riequilibrare le diffuse disuguaglianze. Non solo quelle di Casal Brunori, una delle appendici della Città. Ma neppure quelle del suo Centro.