“Altro che plotone di esecuzione, che è anche blando. Contro Berlusconi il Pd ha preparato una camera a gas“. E’ la denuncia reiterata che il capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani, esprime durante la trasmissione “Porta a porta”. su Rai Uno. “La gestione della giunta” – afferma – “ha luogo a un orientamento del tutto anomalo, ai limiti della legittimità. Si lavora di notte per eliminare Berlusconi”. Il senatore Pdl si rende protagonista di un’accesa polemica con Dario Stefano, presidente della Giunta in quota Sel, e con il senatore Pd Nicola La Torre. “Voi volete solo votare” – ammonisce – “volete portare il Paese al voto. E ve ne assumete le responsabilità. Sono in Parlamento dal 1996 e non ho mai visto nulla di simile”. Il climax del dibattito si raggiunge quando Schifani ha un vis-à-vis con Peter Gomez. “Il Fatto Quotidiano non fa parte del plotone di esecuzione” – esordisce il direttore del fattoquotidiano.it, rispondendo a una provocazione ironica del conduttore Bruno Vespa – “chiede solo un po’ di buon senso”. E spiega la genesi della legge Severino, citando anche le parole entusiastiche pronunciate da Schifani in occasione della sua approvazione. Poi aggiunge, in riferimento alla condanna di Berlusconi nel processo Mediaset: “Io mi chiedo, e lo dico soprattutto ai leghisti, come si faccia a stare seduti nella stessa assemblea accanto a una persona che è un pregiudicato e un condannato per reati di quel tipo, mentre si chiede agli Italiani di stringere la cinghia e di pagare le tasse. La legge imporrebbe a Berlusconi di dimettersi subito senza questa invereconda sceneggiata che sta insozzando le istituzioni”. Il giornalista si rivolge anche al senatore del Carroccio, Massimo Bitonci, sul nodo “retroattività” della legge Severino: “Se la legge non fosse retroattiva, avremmo il Parlamento pulito tra sette anni. Allora, dite che ci avete preso per i fondelli, che fate, come al solito, quello che volete e che questa è la fattoria degli animali“. La polemica esplode nuovamente quando Vespa mostra un documento inedito, contenente alcune dichiarazioni del produttore cinematografico Frank Agrama, il “socio occulto” di Berlusconi. Schifani sostiene la tesi propugnata dai giornali vicini al Cavaliere, ma viene contestato da Gomez. Il capogruppo Pdl rilancia: “Per i processi di Berlusconi i tempi della giustizia sono stati velocissimi“. “E’ durato sette anni il processo” – controbatte il vicedirettore del fattoquotidiano.it – “la Costituzione dice che lei dovrebbe ricoprire il suo incarico con disciplina e onore. E onore prevede che lei non dica balle”. Anche Vespa concorda con Schifani, ma Gomez ribadisce: “Come cittadini noi dovremmo pretendere che i processi di chi è nelle corsie preferenziali e amministra la cosa pubblica debbano andare dieci volte più veloci degli altri perché dobbiamo sapere prima se sono dei ladri” di Gisella Ruccia
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