Angelique e Amadine finalmente spose, nonostante il veto del sindaco. Accade a Bollene, paesino di 14mila abitanti del sud della Francia. La prima cittadina, Marie Claude Bompard, si era rifiutata di celebrare il matrimonio di una coppia di lesbiche, Angelique Leroux e Amadine Gilles. Il sindaco è un’attivista della Ligue du Sud, partito di estrema destra radicato nella parte meridionale del Paese, e vanta una militanza di più di trent’anni nel Front National di Marine Le Pen.
Nello scorso agosto aveva detto no al matrimonio delle sue concittadine. “Marie-Claude Bompard ha detto che rispetta le coppie gay, ma il suo credo religioso le impediva di sposarci”, ha spiegato Angelique al Vaucluse Matin, una testata locale. “Le abbiamo chiesto di delegare le sue funzioni a un’altra persona, ma lei si è rifiutata”. Così, il 30 agosto, le due donne avevano sporto denuncia: le nozze gay sono legge in Francia dallo scorso 18 maggio, e il sindaco obiettore, se avesse perseverato nella sua decisione, avrebbe rischiato fino a 5 anni di carcere e 75mila euro di multa per discriminazione. Così la prima cittadina di Bollene ha dovuto arrendersi e dare il via libera al matrimonio. A celebrare il rito, in realtà, non è stata Marie Claude Bompard, ma uno degli assessori del comune, che ha anche offerto un bouquet di fiori alle spose.
Quello di Angeline e Amadine non è il primo caso di rifiuto di applicare la legge sui matrimoni omosessuali. Un’altra coppia gay aveva dovuto far ricorso alla giustizia per potersi sposare. I due aspiranti sposi avevano denunciato Jean Michel Colo, sindaco di Arcangues, cittadina di 3mila abitanti nel sud ovest del Paese. Colo e i suoi assessori si rifiutavano di celebrare il rito. “Io ho una coscienza e un cuore”, aveva dichiarato il primo cittadino, “non posso sposare due persone omosessuali”.