“Dappertutto è Taksim dappertutto è resistenza”. Lo slogan usato in giugno in tutta la Turchia per sostenere l’occupazione del parco Gezi ha ripreso a risuonare forte a Istanbul e nelle vie di molte città, urlato da migliaia di persone dopo la morte di un ragazzo colpito alla testa da una cartuccia di gas lacrimogeno ad Hatay (Antiochia). Quando la polizia si è accorta che l’attivista era a terra con il cranio sfondato, ha rilasciato una versione dei fatti subito smentita dai medici. Secondo gli agenti, il militante sarebbe morto dopo essere precipitato da un terrazzo. Un avviso per quei turchi contrari ai progetti di cementificazione e all’imposizione dei precetti islamici cari a Erdogan. A loro non serve più solo la maschera antigas, meglio procurarsi un elmetto se si vuole portare a casa la pelle di Marco Palombi e Roberta Zunini
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione