La Procura di Siena ha aperto un nuovo fascicolo sui rapporti tra la politica e gli ex vertici del Monte dei Paschi di Siena capitanati da Giuseppe Mussari. Al momento non ci sarebbero indagati: nel fascicolo vi sono, tra l’altro, alcuni documenti acquisiti nell’inchiesta per l’acquisizione di banca Antonveneta da parte di Mps, l’operazione da 9 miliardi di euro che ha affossato la banca toscana.
Secondo quanto si è appreso il nuovo fascicolo, aperto dai pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, titolari delle inchieste sul Montepaschi, conterrebbe anche altre note “tecniche”.
Nelle carte depositate al momento della chiusura dell’inchiesta su Antonveneta avvenuta il 30 luglio scorso ci sono numerosi “omissis” che riguardano in particolare alcuni interrogatori e che sarebbero confluiti nel nuovo fascicolo.
Tra l’altro, nei mesi scorsi, insieme alla Procura di Firenze, i magistrati senesi hanno sentito, come persone informate sui fatti, alcuni esponenti della politica locale, con l’obiettivo di ricostruire eventuali rapporti tra politica e banca. Oltre quella di Firenze con i pm senesi hanno avuto rapporti anche altre Procure italiane.
Intanto l’ex presidente del collegio sindacale di Mps, Tommaso Di Tanno, è arrivato al Palazzo di Giustizia di Siena per essere ascoltato dai pm titolari dell’inchiesta su Antonveneta. E’ stato lo stesso tributarista a chiedere di essere sentito dopo la notifica della chiusura di indagine del 30 luglio scorso sull’acquisizione dell’istituto veneto da parte di Mps.
Nei prossimi giorni saranno sentite altre 5 persone tra gli 11 (giuridiche e fisiche) che hanno ricevuto la notifica di conclusione di indagine. Tra coloro che hanno chiesto di essere sentiti dai pm dopo la notifica di conclusioni delle indagini sull’acquisizione di Antonveneta non ci sarebbero né Mussari né l’ex dg Antonio Vigni. Ai pm titolari dell’inchiesta sarebbero arrivate anche alcune memorie.
A Rocca Salimbeni, invece, è il giorno del cda sulle modifiche al piano di ristrutturazione imposte all’istituto senese da Bruxelles per il via libera definitivo dei 4,07 miliardi di aiuti di Stato. Tra l’altro la Ue ha chiesto un incremento dell’aumento di capitale da 1 a 2,5 miliardi, somma che di fatto corrisponde ai Monti bond (gli aiuti erogati dal governo dei tecnici che si sono aggiunti a quelli del precedente) più gli interessi che, secondo le indicazioni della Commissione andranno restituiti in anticipo.