alberto-dubitoQuesta volta voglio parlarvi di un amico e di un premio a lui dedicato, che anch’io organizzo insieme a Marco Philopat, di Agenzia X: il Premio Dubito di poesia e poesia con musica. Lo so, si dirà: ti fai pubblicità. Forse. Ma soprattutto contribuisco a tenere memoria.

Memoria di Alberto Feltrin, detto Dubito, per noi Abe, autore dei testi e voce dei Disturbati dalla CUiete.

Alberto è stato l’anima reattiva, rabbiosa, sognatrice, disperata e indispensabile di una città che stava morendo: Treviso. Di una città che ora muore un po’ meno, anche grazie a lui, alla sua musica e alla sua poesia, che per tanto tempo hanno gridato: cara città, sveglia!

La sua musica e la sua poesia sono forse uno dei pochi esempi che io conosca in cui l’arte ha avuto un peso rilevante, se non nel mutamento della realtà, certamente nel far sì che dei giovani avessero di nuovo il coraggio di sognare, di immaginare una città e una vita diversa. E di agire di conseguenza.

Treviso deve esserne grata a quel ragazzo schivo, ma esplosivo sul palco, che alla sua città chiedeva invero poco, ma che ha ricevuto probabilmente ancora meno. Era poeta e rapper Alberto, era fotografo, street-artist, soprattutto era un giovane che non si è mai arreso, ha sempre chiesto ragione, senso, dialogo, spazio al mondo adulto, a Treviso forse ancor più sordo che altrove.

«Sono l’epoca che scrivo / la rivolta che mordo» scandiva Dubito appena due anni fa, in un brano a cui ho avuto il privilegio di collaborare, mettendo insieme rime a raffica, con una velocità e una perizia stupefacenti per un ragazzo della sua età ed anche per professionisti ben più titolati ed esperti di lui.

Era giovane Dubito, ma era un artista a tuttotondo, abbastanza maturo per dire la sua e per lasciare il segno. Per questo tanti artisti hanno aderito al nostro progetto e gratuitamente hanno ascoltato circa 100 brani musicali, li hanno giudicati, uno per uno. Intellettuali e artisti di tutte le età e di svariate poetiche, alcuni notissimi, altri più semplicemente bravissimi e generosissimi: da Nanni Balestrini ad Aldo Nove, da Vasco Brondi alla tromba dell’altro Vasco, Frank Nemola, da Andrea Scarabelli a Emanuele Trevi, gli Assalti Frontali, Erica Boschiero, Kento, Davide Sospè, l’altra metà dei DDCU, Luigi Nacci e molti altri.

E i concorrenti, tutti entro i 30 anni, sono stati all’altezza della Giuria: bravissimi.

Questo Premio è l’unico Premio italiano dedicato specificatamente alla poesia con musica, a quella spoken music a cui Alberto ha dedicato tanto della sua vita, ed è strutturato in modo che a dare il giudizio definitivo sul migliore sia il pubblico che verrà a ascoltare i 4 migliori scelti dalla Giuria di Qualità: quasi fosse una sorta di Poetry Slam, quello Slam che Abe amava tanto e che spesso lo aveva visto vincitore.

La serata finale si farà il 14 settembre, nello spazio che i suoi amici e le sue amiche, i suoi fratelli e sorelle, hanno di nuovo occupato a Treviso, giorni fa, un capannone abbandonato della Telecom, ora nelle mani di una multinazionale che lo ha lasciato in totale abbandono.

Il tempo passa, i giovani continuano la lotta ma, ahimé, a quanto pare, anche la nuova amministrazione di Centro-Sinistra, come quella leghista d’antan, non sa far di meglio che paventare sgomberi. Speriamo che in corsa sappia mutare linguaggi e prassi.

Ora che Alberto non c’è più, ora che ha deciso di andare via a nemmeno 21 anni, a combattere altre lotte, in dimensioni che a noi non è lecito neanche immaginare, a noi rimangono i suoi versi, la sua voce registrata, la sua musica: un’eredità fatta non solo d’arte, ma anche di scelte politiche e sociali. Ci rimane questo Premio e il ricordo di Alberto che, se fosse stato qua, sarebbe stato esattamente dove saremo noi, il 14 settembre prossimo. A Treviso, nell’ex Telecom occupata, con i ragazzi e le ragazze che con lui hanno diviso il suo breve cammino terreno, a suonare e a scandire poesia.

Sgombero o non sgombero. Vi aspettiamo lì, Sindaco compreso: non mancate.

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