Il blog di Francesco Sylos Labini (FSL), lettura che assaporo sempre con gusto, ha ridestato sopiti ricordi:
1) Nel 1986 gli astronomi avevano predetto che la coda della cometa di Halley avrebbe dominato i cieli terrestri con la sua incantevole brillantezza. La cometa passò ma quasi nessun umano riuscì a vederla a occhio nudo (al pari delle astronavi in fiamme al largo di Orione). Eppure la cometa ha un’orbita soggetta alle venerande leggi della fisica newtoniana ed è stata studiata da secoli. Ciò nonostante non si lessero articoli di fuoco sulle previsioni degli astronomi incapaci e i loro calcoli.
2) Il gigantesco telescopio Hubble venne lanciato il 24 aprile 1990. Ecco come (sintetizzando) descrive Wikipedia il risultato: Le prime immagini prese dal telescopio causarono grande sconforto tra gli astronomi: erano fortemente distorte e anche con lunghe elaborazioni al computer non potevano arrivare alla risoluzione prevista. Lo specchio primario era stato lavorato con una forma sbagliata. L’introduzione di una grave aberrazione sferica, un difetto per cui la luce che riflette sul bordo di uno specchio si concentra in un punto diverso della luce che si riflette nel suo centro.
La riparazione di questo difetto è proseguita per quasi 20 (diconsi venti) anni. Nessuno ha scritto che l’astrofisica non sia una scienza o analoghe scempiaggini.
3) Nel 1989 Martin Fleischmann e Stanley Pons dell’Università di Salt Lake City, proclamarono di aver ottenuto la fusione fredda, aprendo un’era di energia illimitata a costi irrisori. L’esperimento fu poi replicato in decine di laboratori in tutto il mondo, incluso quello del nostro Cnr, che “confermarono” la scoperta, tra il tripudio della stampa. Trattavasi di bufala delirante. Eppure nessuno asserì che la fisica è materia per venditori di olio di serpente o volle chiudere il Cnr che aveva “confermato” la bufala. Anzi, sulla fusione fredda si continuano gli “esperimenti”.
Potrei aggiungere la mappatura del genoma umano che avrebbe permesso di prestabilire, dall’analisi del Dna, di quali malattie un individuo si ammalerà. Nessuno (neanche la Regina d’Inghilterra) accusa i biologi di essere ciarlatani. Oppure il metodo Di Bella, dal nome del professore universitario che illudeva tragicamente i malati terminali con la sua “cura” per il cancro. I ricordi sono tanti, ma rischierei di annoiare. Accettiamo serenamente che le scienze esatte tanto esatte non siano senza isterie, fanatismi e invocazioni di auto da fe’.
In materia economica invece si diffondono le dotte elucubrazioni di letterati, medici, giornalisti, ingegneri, poeti, artisti, calciatori, portaborse, astrofisici, soubrette ecc. C’è chi si lamenta che gli economisti non sappiano prevedere (chi sa prevedere accumula soldi, non lo racconta certo ai giornali), mentre altri, come FSL, inveiscono che l’economia non è una scienza, un’ormai sterile polemica vecchia di 100 anni tra Poincarè e Walras rifritta sul sito dell’Associazione Sylos Labini. Nessun economista serio asserisce che l’economia sia una scienza, per il semplice fatto che non si possono condurre esperimenti replicabili. L’eccezione sono gli “economisti” fermi al socialismo “scientifico” di Marx, i cui epigoni ricorsero ai metodi statistici con l’intento di pianificare “scientificamente” le economie.
Altri strali Fsl li dedica poi a chi propugna di abbassare le tasse. Questa è, manco a dirlo, roba da “destra ideologica americana”. A parte che illustri keynesiani, come Roger Farmer o il Ken Rogoff esecrato nel post di Fsl, favoriscono la disciplina fiscale, vorrei sapere da Fsl quante tasse ritenga giusto pagare. Oggi la pressione fiscale è vicina al 50% del Pil. Dal momento che il Pil include anche un 17% circa di economia sommersa (e quindi non tassata) la pressione effettiva sui contribuenti ligi è intorno al 60%. Si deve raggiungere il 100% per non irritare Lor Signori, come quegli “ideologi” che hanno studiato in Amerika e da entrambe le sponde dell’Atlantico ardiscono ad interloquire nelle faccende italiane?
E’ un riflesso condizionato che tracima spesso dall’alto di una posizione sociale. Chi sono codesti bifolchi amerikani, i quali senza uno straccio di doppio cognome, senza appartenere ad una nobile schiatta tipo Berlinguer, Barca, Reichlin, Padoa Schioppa, Martino, Martone, Giannini ecc. o, in alternativa, senza aver portato borse nemmeno a un barone di provincia, senza essere passati dai letti zuppi di bava, senza aver fatto la fila a cuccia aspettando l’osso fuori dalla porta, si permettono di impartire lezioni? Sottraendosi ai vizi e ricatti delle camorre accademiche della Penisola, avendo successo grazie ai loro meriti, credono di impressionare? Si arrogano addirittura il diritto di scrivere sui giornali?
Ma lo sanno che questa Italia è cosa nostra per diritto acquisito? Lo sanno che noi stabiliamo quante tasse siano necessarie ai nostri bisogni? Noi decidiamo il risultato delle lotterie che gestiamo. A noi è conferito il privilegio di vivere del lavoro altrui, di riverirci a vicenda, di spartire cariche e cattedre. Rifiutiamo le valutazioni in quanto legibus soluti per grazia ricevuta. Mica come un Giannino qualunque che, scoperta la vanagloria, ha ammesso e si è dimesso prontamente.
Noi rimaniamo imbullonati. Voi continuerete ad aspettare che dopo lo scandalo sanità in Puglia o dopo l’Ilva si faccia da parte Vendola, o magari che si faccia da parte Bersani dopo le vicende Penati. Senza parlare delle miriadi di parentopoli accademiche. Noi mai esprimeremo un sommesso giudizio sui vertici della Sapienza. Mai esaleremo un sospiro sui concorsi accademici taroccati in giro per l’Italia. I problemi epocali sono le lauree di Giannino e le tasse ancora troppo basse. E la congestione del traffico a Palermo.