Politica

Corte Costituzionale: Amor che nulla Amato, Napolitano perdona

Non c’è più limite al peggio e alla divina provvidenza. Napolitano, il Re Giorgio della nostra finta Repubblica, non ha più bisogno di nascondersi dietro i corazzieri del Colle. Brilla di luce propria, nonostante i suoi fortunati 88 anni.

Amado mio, intonava una canzone. E si, deve essere molto amato il nostro onnipresente Giuliano. Non è il caso di ricordare i tanti incarichi di Governo e di prestigio ricoperti dal nuovo Giudice della Corte Costituzionale, Giuliano Amato. Il suo nome circola sempre quando c’è qualche incarico di rilievo da ricoprire. È passato da Presidente del Consiglio a ipotetico Presidente della Repubblica e finalmente ha trovato un’altra degna poltrona da ricoprire. E si sa, certi glutei hanno bisogno di più poltrone per stare comodi. È una sorta di malattia genetica dell’alta e fraterna politica.

Ma questa malattia ormai ha preso una forma piramidale e pericolosamente deviata. Va bene tutto cari amici ed amiche, ma qui siamo di fronte ad una oligarchia senza precedenti e senza freni. Chi sono queste persone? Perché sempre loro e sempre le stesse? A che ci stiamo a fare noi poveri comuni cittadini? Fino a quando ci passerà tutto sotto il naso senza avere il coraggio di dire nulla e opporre legittima resistenza?

La realtà è molto semplice, poche persone decidono e fanno tutto quello che vogliono alle nostre spalle. Usano i nostri soldi pubblici a proprio piacimento. Usano le nostre risorse e le utilizzano per propri fini personali. E quando le risorse pubbliche stanno per terminare, forza con nuove tasse. Tanto il popolo asino paga. E se non paga gli prendiamo tutto, anche la dignità. Provate voi cittadini a fare più lavori e a ricoprire più ruoli allo stesso tempo.

Se unite i puntini dei tanti conflitti d’interesse e dei tanti ruoli ricoperti da Giuliano Amato e compagnia uscirà sempre la stessa forma geometrica. Nessun complotto, nessuna strategia sotterranea o carbonara. Ormai è tutto alla luce del sole. È come quando usi un inchiostro invisibile. Con un certo tipo di luce riesci a leggere quello che prima non leggevi. All’Italia manca questo tipo di luce. Ma qualche indizio comincia ad affiorare inesorabilmente. Le parole se le porta via il vento ma i fatti rimangono.

E la memoria, purtroppo per noi è molto debole. Giuliano Amato, amicone di Craxi e Berlusconi, uomo dalla mille risorse. Ora, il nuovo divo, dovrà decidere sulla legittimità delle leggi. Magari, e dico magari dovrà decidere sulla legittimità della legge Severino. Quando dicesi, mettere ordine al caos. Ma si sa, Napolitano è sentimentale e perdona e dimentica tutto. Noi eravamo illusi di una politica fatta di pesi e contrappesi, di maggioranza e opposizione, di Presidenti Super Partes, di garanti della Costituzione, ma nella realtà tutto questo è svanito sotto i nostri occhi confusi ed ingenui.

Il Presidente Napolitano, il supremo, così come è stato recentemente definito da Letta, è riuscito con la classe di un maggiordomo di corte a prendere per i fondelli l’intera Nazione. Ha fatto tutto quello che ha voluto e non certo per l’interesse dell’Italia.

Francamente di sentire il ritornello delle larghe intese utili per il bene del paese e per la stabilità economica ne abbiamo le tasche pienissime. E dai diteci la verità. Caro Presidente, a reti unificate e giornali incollati, dica: è con viva e vibrante soddisfazione che vi comunico che vi abbiamo preso per il culo da almeno 65 anni. Noi siamo Noi e Voi non siete nessuno.