Messaggio di Bergoglio al presidente della Cei, Angelo Bagnasco per la settimana sociale dei cattolici italiani a Torino: "Così intesa rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo e come tale merita di essere fattivamente sostenuta"
Il Papa, la famiglia, il Libro della Genesi, la Costituzione italiana. “La Chiesa offre una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell’unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità – scrive Bergoglio in uno dei passaggi del suo messaggio al presidente della Cei, Angelo Bagnasco per la settimana sociale dei cattolici italiani convocata a Torino dal tema – In questa realtà riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana. Infine vogliamo riaffermare che la famiglia così intesa rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta”.
“Le conseguenze, positive o negative, delle scelte di carattere culturale, anzitutto, e politico riguardanti la famiglia toccano i diversi ambiti della vita di una società – argomenta – dal problema demografico – che è grave per tutto il continente europeo e in modo particolare per l’Italia – alle altre questioni relative al lavoro e all’economia in generale, alla crescita dei figli, fino a quelle che riguardano la stessa visione antropologica che è alla base della nostra civiltà. Possa questa Settimana Sociale – conclude il Pontefice – contribuire in modo efficace a mettere in evidenza il legame che unisce il bene comune alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio“.
“A tutti dobbiamo – continua Bergoglio – e vogliamo essere particolarmente vicini, con rispetto e con vero senso di fraternità e di solidarietà. Vogliamo però soprattutto ricordare la testimonianza semplice, ma bella e coraggiosa di tantissime famiglie, che vivono l’esperienza del matrimonio e dell’essere genitori con gioia, illuminati e sostenuti dalla grazia del Signore, senza paura di affrontare anche i momenti della croce che, vissuta in unione con quella del Signore, non impedisce il cammino dell’amore, ma anzi può renderlo più forte e più completo”.
Francesco ricorda l’importanza della cura dei più deboli: “Un popolo che non si prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa. Il futuro della società, e in concreto della società italiana, è radicato – ricorda Francesco – negli anziani e nei giovani questi, perché hanno la forza e l’età per portare avanti la storia; quelli, perché sono la memoria viva”.