”Claudio Grigoletto ha ammesso di aver commesso il delitto, ma ha dato una ricostruzione diversa che non ci soddisfa”. Il pm titolare dell’inchiesta, Ambrogio Cassiani, all’uscita del carcere di Brescia Canton Mombello, commenta così il colloquio di quasi tre ore avuto con l’uomo in custodia cautelare per l’uccisione della 29enne brasiliana Marilia Rodrigues Silva Martins, trovata morta il 30 agosto scorso nell’azienda in cui lavorava, la ‘Alpi aviation do Brasil’ a Gambara, nel Bresciano. L’avvocato dell’uomo, Elena Raimondi, contesta però i dubbi dei magistrati: “Mi sembra che la sua dichiarazione sia genuina e che collimi in ogni dettaglio. Ci sono dei riscontri sugli orari, non ho motivo di ritenere che menta”.
Nell’interrogatorio, il pilota 32enne, datore di lavoro della vittima, avrebbe raccontato di aver avuto una colluttazione con Marilia e che questa avrebbe battuto la testa a terra cadendo. Avrebbe poi spiegato i segni sul collo della ragazza con il fatto che la brasiliana aveva avuto delle convulsioni e lui intendeva frenarle. Un racconto, quello di Grigoletto, in carcere dal 2 settembre, che secondo inquirenti e investigatori, contrasta con alcuni dati oggettivi emersi dalle indagini. Marilia, per esempio, non è morta a causa delle ferite alla testa ma per strangolamento. Inoltre Grigoletto, resosi conto che Marilia era morta, si è lavato ed è andato nel campo volo di Bedizzole, sempre nel bresciano, perché doveva tenere una lezione di volo.
Ieri, intanto, sono filtrati i primi esiti delle analisi degli esperti del Ris di Parma, dopo i rilievi iniziati il 10 settembre scorso nell’ufficio dell’uomo: le tracce di sangue di Grigoletto trovate sul tappetino della sua auto sono miste al Dna della giovane Marilia. In aggiunta, sul luogo del delitto, sono state trovate insieme tracce di sangue della vittima e dell’unico indagato, che resta ora in custodia cautelare con l’accusa di omicidio aggravato, procurato aborto e tentata soppressione di cadavere.