“La posizione di giudice costituzionale è (giustamente) incompatibile con qualsiasi altra posizione o attività. Per questo mi sono già dimesso dagli altri incarichi”. Giuliano Amato, nominato da Giorgio Napolitano alla Consulta, lo scrive nella lettera con cui annuncia “Il Sole24ore” la fine della sua collaborazione con il quotidiano. “Un giudice costituzionale – dice Amato – non è e non può essere un opinionista”. E conclude “non cumulerò prebende. Non l’ho mai fatto, a dispetto di chi finge di non saperlo e mi accusa del contrario, e continuerò a non farlo” scrive l’ex premier rispondendo anche alle polemiche che sono scoppiate dopo la decisione del Quirinale.
“Il Presidente della Repubblica mi ha fatto l’onore di nominarmi giudice della Corte Costituzionale. Gliene sono grato, perché mi consente di ancorare la mia vita futura a quello che è stato peraltro il filo originario e mai abbandonato della mia stessa vita passata, lo studio cioè del diritto costituzionale e il lavoro su di esso. C’è chi, non leggendo né libri né riviste scientifiche – aggiunge Amato – ne è forse poco consapevole. Ma lo sono i tanti che mi hanno scritto, apprezzando la scelta del Presidente”.
Amato, già ministro e docente universitario, si è dimesso da presidente della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il rettore della Scuola, Pierdomenico Perata ha però aggiunto: “Sono comunque che il professor Amato continuerà a esserci vicino, come ha sempre fatto negli anni passati, in qualità di ex allievo della Scuola, che nelle prossime settimane avvierà le procedure per la scelta del nuovo presidente, secondo quanto prevedono i nostri regolamenti”.
Ad attaccare il giurista, ex socialista ed poi democratico, c’è anche il leader de La Destra Francesco Storace: “Ci rimetterà, povero, cinquemila euro netti”, quelli del vitalizio da ex parlamentare che non è cumulabile con il nuovo incarico, ma alla fine, tra indennità e pensioni, passerà dai 16mila netti attuali a 28mila euro al mese” scrive sul suo blog. “La retribuzione netta annua alla Consulta è di 203mila euro, e se ha la fortuna di diventare Presidente ne intasca 252mila ogni dodici mesi. Totale, da Giudice ‘semplice’ e professore in pensione, 28mila euro netti. Il lordo fa venire il mal di testa. I 31mila lordi fino a ieri diventano una miseria”.
Prosegue Storace: “C’è di più. Ovviamente, il vitalizio parlamentare tornerà alla cessazione dall’incarico assieme alla nuova pensione, maturata proprio con la nomina conferitagli dal Presidente della Repubblica. E siccome le disgrazie non vengono mai da sole, zacchete, c’è pure una disposizione per la quale gli spetterà l’indennità di buonuscita e un’auto blu a vita: infatti, un’autovettura è assegnata a tutti i Giudici emeriti in virtù di un regolamento interno. Povera gente”. “E’ evidente quindi il motivo per cui la nomina di Giuliano Amato è giudicata vergognosa, rappresenta l’arroganza di una casta che non sa vivere nella bambagia garantita dalla pensione”.