Dal palco della festa di Scelta Civica, il presidente del Consiglio ribadisce la necessità di portare a termine la riforma costituzionale in parlamento: "Non stiamo sfasciando la Carta, vogliamo solo ammodernarne una parte". Servono "superamento del bicameralismo perfetto, nuova legge elettorale, modifiche al Titolo V"
“In Italia c’è troppo conservatorismo istituzionale. Invece noi dobbiamo cambiare l’Italia senza paura”. Parola di Enrico Letta, che dal palco della festa di Scelta Civica è intervenuto anche sul dibattito delle modifiche alla Carta costituzionale, di cui attualmente si sta discutendo in parlamento. Secondo il presidente del Consiglio, il sistema del bicameralismo perfetto, con una legge elettorale che dà vita a maggioranze diverse, “è una follia“. Per questo “bisogna cambiare la seconda parte della Costituzione“.
“Ci rendiamo contro di dove ci ha portato questo conservatorismo costituzionale?”, ha chiesto il premier al pubblico. “Noi non stiamo sfasciando la Costituzione, ma dobbiamo ammodernarne una parte per rendere il governo efficiente”, ha aggiunto, facendo chiaro riferimento alle accuse piovute sul tentativo di modifica della carta costituzionale. I punti di riforma di cui Letta ha ribadito la necessità sono “il superamento del bicameralismo perfetto, una nuova legge elettorale e il cambiamento del Titolo V della costituzione (quello relativo a Regioni, Province e Comuni, ndr)”. “Non vorrei essere un presidente del consiglio che deve restare lì perché non si può votare, vorrei che potessimo dire che un giorno si può e si deve andare a votare”, ha aggiunto Letta, per ribadire l’importante di trovare al più presto un accordo sulla legge elettorale.
Il presidente del Consiglio, nel suo intervento, ha anche toccato altri temi, a partire dalle ‘larghe intese‘. “La maggioranza non dev’essere un campo di battaglia”, perché cosi “non si va da nessuna parte”. Per questo il premier invita a “non vergognarsi” di quello che si sta facendo insieme perché nessuno sarà “contagiato“. “La ripresa c’è, è qui, ma bisogna andarla a prendere, afferrarla”, ribadisce Letta, sottolineando l’importanza di dare continuità al suo esecutivo e stabilità al Paese. “C’è chi pensa che ora che il nostro Paese è uscito dall’emergenza, possa permettersi di tornare ai giochi, allo spreco. Invece non è così”, ha aggiunto.
In ambito economico, Letta ha assicurato che “la service tax sarà equa, progressiva e destinerà molta attenzione alle famiglie numerose. Sarà un intervento equilibrato che non sfascerà i conti pubblici”. Il prossimo passo del governo – tensioni sulla decadenza da senatore di Berlusconi permettendo – sarà l’approvazione della legge di stabilità. Su questo pacchetto il premier ha dichiarato di aspettarsi “un salto di qualità nel lavoro di questa grande coalizione, che può e deve esserci, soprattutto a partire dalla legge di stabilità, che deve essere la scrittura di un percorso che inizia adesso e ci porterà l’anno prossimo a fare cose importanti insieme, essenziali per riprendere sintonia col Paese”.
E nella legge di stabilità particolare attenzione dovrebbe essere dedicata al capitolo tasse: “La riduzione delle imposte è fondamentale e sarà al centro della legge”, promette il premier. “Oggi il motivo per cui nel nostro Paese il datore di lavoro paga 100 per un posto di lavoro e il lavoratore mediamente ne vede 50 lo sappiamo tutti”, ha sottolineato spiegando che “attorno alla detassazione sul lavoro si gioca la possibilità di far ripartire la nostra economia“.