Pare che la manfrina paragiuridica di B&C si sia conclusa come meritava: ritiriamo tutto, stavamo solo cercando un’ennesima fuga dal processo, in questo caso dalle sue legali conseguenze. Ma se i nostri esperti pro veritate non vi hanno convinto, pazienza; proviamo
con il ricatto puro e semplice. Il delinquente resta tra padri della patria; oppure facciamo cadere il governo. Della serie: muoia Sansone (oddio, Sansone …) etc; e della legge Severino, costituzionale o no che sia, ce ne freghiamo. A questo punto c’è poco da dire se non che, in effetti, che Sansone e i filistei spariscano sarebbe una fortuna per tutta la Repubblica. Non fosse che per questo, la
legge sulla decadenza andrebbe subito applicata.
Per arrivare a questa raffinata argomentazione giuridica hanno detto di tutto.
La Giunta e dopo di lei il Parlamento, debbono essere considerati autorità giudiziaria. Equivalgono a un tribunale e di un Tribunale hanno tutti i poteri. Quindi possono proporre ricorso alla Corte costituzionale per la retroattività della disposizione che impone la decadenza per i politici condannati con sentenza definitiva anche per reati commessi anteriormente all’entrata in vigore della legge. Solo che di incostituzionale qui c’è solo l’attribuzione a Giunta e Parlamento di poteri giurisdizionali: un quarto grado di giudizio esperibile solo per i politici contrasta con l’art. 3 della Costituzione. Perché mai B. e i suoi colleghi dovrebbero beneficiare di una possibilità processuale (magari un’assoluzione dopo tre condanne) di cui nessun altro cittadino potrebbe usufruire? E poi anche perché, quando la Costituzione ha voluto attribuire ad un organo politico i poteri dell’autorità giudiziaria, lo ha fatto esplicitamente: così per le commissioni di inchiesta parlamentari (art. 82 Costituzione).
A tutto concedere, potrebbe sostenersi che Giunta e Parlamento svolgono, in occasioni come queste, un ruolo politico: che vuol dire verificare che la condanna non sia dovuta a persecuzione per motivi politici, tesi in linea con l’istituto dall’autorizzazione a procedere, per decenni prevista dall’art. 68 della Costituzione. Ma, appunto, l’istituto in questione è stato abrogato , segno evidente che questo privilegio tale è stato considerato: vantaggio indebito riservato a una ristretta categoria di cittadini. Allora la lettura dell’art. 66 della Costituzione va fatta alla luce di un criterio interpretativo unitario: nessun giudizio politico sulle sentenze dei giudici è costituzionalmente possibile; residuano le autorizzazioni in materia di perquisizioni, arresti, intercettazioni che sono però relative a provvedimenti tipici della fase delle indagini, propri dei pm e adottati in un contesto in cui l’accertamento della colpevolezza ancora non è avvenuto. Sicché la tesi che attribuisce a Giunta e Parlamento un semplice ruolo notarile (presa d’atto della sentenza e deliberazione delle conseguenze legali di essa) è, all’evidenza, l’unica fondata.
E poi, tanto per cambiare, sono in contraddizione con se stessi. “Rivendichiamo il ruolo di controllo politico del Parlamento!”. Va bene. Ma allora non potete sollevare eccezione di incostituzionalità perché questo lo può fare solo l’autorità giudiziaria. Se il vostro è un controllo politico delle sentenze, va da sé che non siete giudici. “Allora proponiamo ricorso alla Cedu”. Prima di tutto lo può fare solo B. (che infatti lo ha presentato). Ma poi, di nuovo, bisogna che si mettano d’accordo con se stessi. Se fosse fondata la tesi secondo la quale Giunta e Parlamento possono presentare ricorso alla Corte costituzionale in quanto titolari, in questo caso, di poteri giurisdizionali, ne deriverebbe implicitamente che l’iter giudiziario di B. non è concluso. Ma, come è noto, il ricorso alla Cedu è possibile solo quando tutti i gradi di giudizio sono esauriti.
Tutta fuffa, come si vede. In realtà, in qualsiasi altro Paese del mondo civile, nessuno penserebbe che una legge che prevede la decadenza da cariche politiche per i condannati sia necessaria. Nel mondo civile il politico condannato (veramente anche solo indagato; e anche quello beccato in comportamenti immorali, anche se non penalmente rilevanti) se ne va spontaneamente, umiliato e confuso; e se non lo fa lui, è il suo partito che lo caccia.
Nel nostro straordinario Paese, non solo B. non se ne va spontaneamente; non solo le brave persone (qualcuna ce ne sarà, che diavolo!) che militano nel Pdl non chiedono formalmente di cacciarlo; non solo perfino alcuni uomini di “sinistra” (Cristo si rivolterebbe nella tomba, visto che era “socialista” – La Giustizia 5/1888, Camillo Prampolini) sostengono che B., a differenza di tutti gli altri cittadini, ha diritto a un quarto grado di giudizio; ma soprattutto questa gente discute seriamente del fatto che una legge funzionale a espellere i delinquenti dal Parlamento, approvata otto mesi orsono dal Parlamento tutto (in particolare da loro), in realtà è incostituzionale e liberticida. Della serie, sì è giusto buttare fuori i delinquenti dal Parlamento: ma solo quelli nuovi; i delinquenti di più vecchia data ce li teniamo, oramai ci siamo abituati.
Il Fatto Quotidiano, 14 Settembre 2013
Bruno Tinti
Ex magistrato, giornalista e scrittore italiano
Giustizia & Impunità - 14 Settembre 2013
Decadenza Berlusconi, Giunta e Camere non sono giudici
Per arrivare a questa raffinata argomentazione giuridica hanno detto di tutto.
La Giunta e dopo di lei il Parlamento, debbono essere considerati autorità giudiziaria. Equivalgono a un tribunale e di un Tribunale hanno tutti i poteri. Quindi possono proporre ricorso alla Corte costituzionale per la retroattività della disposizione che impone la decadenza per i politici condannati con sentenza definitiva anche per reati commessi anteriormente all’entrata in vigore della legge. Solo che di incostituzionale qui c’è solo l’attribuzione a Giunta e Parlamento di poteri giurisdizionali: un quarto grado di giudizio esperibile solo per i politici contrasta con l’art. 3 della Costituzione. Perché mai B. e i suoi colleghi dovrebbero beneficiare di una possibilità processuale (magari un’assoluzione dopo tre condanne) di cui nessun altro cittadino potrebbe usufruire? E poi anche perché, quando la Costituzione ha voluto attribuire ad un organo politico i poteri dell’autorità giudiziaria, lo ha fatto esplicitamente: così per le commissioni di inchiesta parlamentari (art. 82 Costituzione).
A tutto concedere, potrebbe sostenersi che Giunta e Parlamento svolgono, in occasioni come queste, un ruolo politico: che vuol dire verificare che la condanna non sia dovuta a persecuzione per motivi politici, tesi in linea con l’istituto dall’autorizzazione a procedere, per decenni prevista dall’art. 68 della Costituzione. Ma, appunto, l’istituto in questione è stato abrogato , segno evidente che questo privilegio tale è stato considerato: vantaggio indebito riservato a una ristretta categoria di cittadini. Allora la lettura dell’art. 66 della Costituzione va fatta alla luce di un criterio interpretativo unitario: nessun giudizio politico sulle sentenze dei giudici è costituzionalmente possibile; residuano le autorizzazioni in materia di perquisizioni, arresti, intercettazioni che sono però relative a provvedimenti tipici della fase delle indagini, propri dei pm e adottati in un contesto in cui l’accertamento della colpevolezza ancora non è avvenuto. Sicché la tesi che attribuisce a Giunta e Parlamento un semplice ruolo notarile (presa d’atto della sentenza e deliberazione delle conseguenze legali di essa) è, all’evidenza, l’unica fondata.
E poi, tanto per cambiare, sono in contraddizione con se stessi. “Rivendichiamo il ruolo di controllo politico del Parlamento!”. Va bene. Ma allora non potete sollevare eccezione di incostituzionalità perché questo lo può fare solo l’autorità giudiziaria. Se il vostro è un controllo politico delle sentenze, va da sé che non siete giudici. “Allora proponiamo ricorso alla Cedu”. Prima di tutto lo può fare solo B. (che infatti lo ha presentato). Ma poi, di nuovo, bisogna che si mettano d’accordo con se stessi. Se fosse fondata la tesi secondo la quale Giunta e Parlamento possono presentare ricorso alla Corte costituzionale in quanto titolari, in questo caso, di poteri giurisdizionali, ne deriverebbe implicitamente che l’iter giudiziario di B. non è concluso. Ma, come è noto, il ricorso alla Cedu è possibile solo quando tutti i gradi di giudizio sono esauriti.
Tutta fuffa, come si vede. In realtà, in qualsiasi altro Paese del mondo civile, nessuno penserebbe che una legge che prevede la decadenza da cariche politiche per i condannati sia necessaria. Nel mondo civile il politico condannato (veramente anche solo indagato; e anche quello beccato in comportamenti immorali, anche se non penalmente rilevanti) se ne va spontaneamente, umiliato e confuso; e se non lo fa lui, è il suo partito che lo caccia.
Nel nostro straordinario Paese, non solo B. non se ne va spontaneamente; non solo le brave persone (qualcuna ce ne sarà, che diavolo!) che militano nel Pdl non chiedono formalmente di cacciarlo; non solo perfino alcuni uomini di “sinistra” (Cristo si rivolterebbe nella tomba, visto che era “socialista” – La Giustizia 5/1888, Camillo Prampolini) sostengono che B., a differenza di tutti gli altri cittadini, ha diritto a un quarto grado di giudizio; ma soprattutto questa gente discute seriamente del fatto che una legge funzionale a espellere i delinquenti dal Parlamento, approvata otto mesi orsono dal Parlamento tutto (in particolare da loro), in realtà è incostituzionale e liberticida. Della serie, sì è giusto buttare fuori i delinquenti dal Parlamento: ma solo quelli nuovi; i delinquenti di più vecchia data ce li teniamo, oramai ci siamo abituati.
Il Fatto Quotidiano, 14 Settembre 2013
B.COME BASTA!
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Decadenza, Berlusconi gioca l’ultima carta. La speranza è il Consiglio di Stato
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Severino, la legge figlia di nessuno
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Giovedì prossimo 20 marzo, alle ore 9, avrà luogo alla Camera l'informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l'area dei Campi Flegrei e sullo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.
Milano, 14 mar. (Adnkronos) - Il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco, va confrontato con il Dna trovato "sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine". E' quanto ha disposto, con un provvedimento del 6 marzo scorso, la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli che ha autorizzato il prelievo coattivo della traccia biologica dell'indagato effettuato ieri.