Il sindaco di Firenze esclude che il centrodestra faccia cadere il governo: "Gli conviene restare dove sta, ha paura delle elezioni". E sulla decadenza del leader Pdl aggiunge: "L'ipotesi di salvarlo non esiste". Epifani: "Spero che la data del congresso sia decisa entro la settimana"
Matteo Renzi si mostra sicuro di una vittoria contro il Pdl nel caso di un ritorno alle urne. “Se andiamo alle elezioni, li asfalteremo”, ha spiegato il sindaco di Firenze alla festa Pd di Milano. “Berlusconi non farà cadere il governo perché al centrodestra conviene restare dove sta e ha paura delle elezioni. Al massimo chiederà ai suoi ministri di dimettersi per poi riconfermarli”. L’esponente Pd ha affrontato anche il tema del voto sulla decadenza del leader Pdl da senatore. Renzi si è detto sicuro che, alla riunione della Giunta per le Elezioni di mercoledì 18 settembre, il Pd voterà a favore dell’applicazione della legge Severino: ”L’ipotesi di salvare Berlusconi non esiste. Se anche qualche furbastro ci provasse, ma non credo, ha una condanna definitiva con l’interdizione”.
Le dichiarazioni di Renzi arrivano durante l’ultima tappa di un tour che lo ha portato a girare tutta Italia per intervenire alle feste del partito. E non è la prima volta che il sindaco di Firenze si sofferma sul tema della decadenza di Berlusconi. A Forlì, alla prima delle sue recenti uscite pubbliche, aveva segnalato l’anomalia del caso italiano: “In un qualsiasi Paese civile, un leader che viene condannato in via definitiva va a casa lui, senza aspettare che venga interdetto. Va a casa da sé perché è così, e lo diciamo con il massimo rispetto”. E continua l’affondo nei confronti dell’ex premier: “Di tutte le promesse elettorali che Berlusconi ha fatto, nessuna è stata realizzata tranne quella che abbiamo realizzato noi con il nostro governo”, ha detto Renzi, facendo riferimento all’abolizione dell’Imu. E ancora: “Berlusconi ha giocato sull’avere degli avversari, è una tecnica. A lui faceva comodo avere degli rivali perché più aveva avversari più raccoglieva voti”.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il rottamatore non fa marcia indietro e continua a provocare a distanza il premier: ”A Enrico Letta dico la stessa cosa del primo giorno: se fa le cose per bene sono il primo a festeggiare, ma se rinvia, rinvia, rinvia, dico: ragazzi, portate a casa qualcosa”. E torna sul suo rapporto con il presidente del Consiglio: “Tutte le volte che ho aperto bocca su Enrico il giorno dopo sono arrivate critiche. Questo gioco è letale per il Pd, non nel rapporto Letta-Renzi ma in generale”. Intanto, come ha già fatto nelle sue ultime tappe del suo giro per le feste democratiche, Renzi non nasconde le sue perplessità nei confronti della maggioranza che sostiene l’esecutivo: “Questa storia del governo delle larghe intese non è propriamente una cosa che ci fa fare i salti dalla gioia”. E ne approfitta per lanciare l’ennesimo affondo nei confronti del suo vecchio avversario per le primarie Pierluigi Bersani: “Se c’é il governo delle larghe intese è colpa nostra perché in campagna elettorale abbiamo disquisito di tacchini e giaguari“.
Altro tema ricorrente del tour di Renzi, la data del prossimo congresso Pd. Il sindaco di Firenze ha sempre chiesto che il partito prenda una decisione al più presto, proponendo come soluzione il 7 novembre. Sulla necessità di fissare al più presto una data trova il favore del segretario Guglielmo Epifani, che proprio dal capoluogo della Toscana dichiara: “Sono convinto che entro questa settimana il tema sarà affrontato, discusso e spero anche deciso”. Sulla proposta del 7 novembre, però, l’ex leader Cgil si mostra più cauto: “Non saprei dirlo adesso, dipende anche dalle regole che si assumono”. Ma precisa: “Non è che io devo dare delucidazioni: c’è un’assemblea nazionale che è la sede in cui si decide, c’è una commissione che ha avuto il compito di preparare il percorso, modalità e data”.