Come dare massima rilevanza al forse non abbastanza glamorous anniversario dei 700 anni della nascita del Giovanni Boccaccio? Se lo deve essere chiesto Cristina Scaletti assessore regionale a cultura, turismo e commercio, della Regione Toscana, appena premiata col “Tuscany Award 2013” come “rappresentante della Pubblica Amministrazione che nell’ultimo anno meglio ha risposto alle esigenze della comunità”.
Ed anzi: “Proporre una lettura di quest’opera ci è sembrato oggi necessario laddove l’involgarimento del linguaggio ha il suo contrappunto in una parte dell’espressione sociale che presenta spesso tratti bigotti e repressi (basti pensare a tutte le questioni legate ai generi e alle minoranze). Con questo progetto abbiamo cercato d’intercettare l’eccezionalità del linguaggio boccacesco per farlo sprigionare nel linguaggio contemporaneo.”
Tradotto: noi che mai si lesse il Boccaccio, neanche quel poco al liceo, ora si prova a rifilarvi uno zuppone di pseudo culturame in cui frullare parole sentite in giro tipo genere, minoranze, linguaggio contemporaneo (mentre aggettivi come bigotti e repressi devo dire mi fanno anche un po’ di tenerezza, era dai ’70 gucciniani che non riapparivano, magie della provincia).
Giusto per pararsi dalle critiche per l’evidente ovvia triste banalità di quello di cui si tratta. Pubblicità con ragazze più o meno nude. (O come sinteticamente si è espresso un giovane fiorentino: ‘E ci hanno messo le fihe. Di Certaldo.) Il che non sarebbe sufficiente per essere Arte, in tutti i casi.
A questo punto degna di nota appare la dicitura in basso sul bordo della cartolina, mentre sul retro si affollano i loghi dei massimi sponsor toscani: Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Chissà, a spedirne una alla Clio Napolitano, vorrei tanto anche un suo parere a riguardo…