La Csu vince le elezioni bavaresi e conferma il suo leader, Horst Seehofer a capo della regione. Di per sé non è una notizia. La gemella bavarese della Cdu guida infatti ininterrottamente la Baviera dal 1956, non c’era nessun dubbio che si sarebbe confermata e grazie al 47,7% dei voti ottenuti (+4,3% rispetto alle elezioni del 2008) stavolta governerà addirittura senza bisogno di allearsi con nessun partito, tanto meno quel partito liberale (l’Fdp) con cui la Merkel si trova al governo e che vorrebbe ancora nella propria coalizione dal prossimo 22 settembre in poi.
Alla luce di questi risultati è proprio la crisi della formazione guidata da Philipp Rösler che, preoccupa la cancelliera. Nel 2008 l’Fdp in Baviera (uno dei Land più conservatori, e quindi più vicino alle idee economiche dei liberali) aveva conquistato l’8%, mentre ieri si sono fermati al 3,3%. Nell’ultimo sondaggio pubblicato l’11 settembre scorso l’istituto di statistica Forsa li dà a livello nazionale al 6%, appena un punto in più di quella soglia di sbarramento del 5% necessaria per entrare in Parlamento, ma l’onda lunga della disfatta bavarese potrebbe portare molti suoi elettori a scegliere per un’altra formazione sempre di centrodestra per non rischiare che il voto vada perduto. La Csu-Cdu, forse, ma il rischio è che anche il partito antieuro Alternative für Deutschland che, a queste elezioni regionali non si è presentato, possa passare con il retino a raccogliere i cocci dell’Fdp.
E così per evitare il rischio di essere esclusi dal prossimo governo si fa sempre più strada l’ipotesi che i liberali possano suggerire ai propri elettori di votare disgiuntamente. Sulla prima scheda, quella di fatto maggioritaria in cui si elegge un candidato per ogni circoscrizione, si dovrebbe indicare un rappresentante della Cdu/Csu mentre sulla seconda, quella proporzionale, l’Fdp. Un’opzione per ora rifiutata prima di tutto dai cristiano democratici, ma che caratterizzerà sempre più il dibattito politico di questa settimana precedente al voto con il rischio di creare ancora più confusione nella testa di tutti quegli elettori che vorrebbero una conferma dell’attuale governo. Strategie che se dovessero andare male porterebbero la Merkel a una difficile, ma a quel punto, obbligata scelta: allearsi con i rivali socialdemocratici dell’Spd, in una riproposizione di quella Große Koalition che già caratterizzo la sua prima legislatura da cancelliera. L’unica altra soluzione infatti potrebbe chiamarsi Alternative für Deutschland, ed allora sì che queste elezioni tedesche prenderebbero una piega del tutto inaspettata.